Riflettori puntati sui prezzi della benzina: questa mattina l’Antitrust ha avviato istruttorie con ispezioni nei confronti di Eni, Esso, IP, Kuwait Petroleum Italia e Tamoil. Lo ha annunciato l’Autorità in una nota.
“Oggi l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, con l’ausilio del Nucleo Speciale Antitrust della Guardia di Finanza, ha svolto ispezioni nelle sedi delle società Eni Spa, Esso Italiana Srl, Italiana Petroli Spa, Kuwait Petroleum Italia Spa e Tamoil Italia Spa”.
Martedì scorso, il Presidente dell’Autorità, Roberto Rustichelli, aveva chiesto al Comandante Generale della Guardia di Finanza, Giuseppe Zafarana, la documentazione inerente ai recenti controlli effettuati sui prezzi della benzina, con particolare riferimento alle violazioni accertate.
Prezzi benzina: compagnie accusate di omessa diligenza
In particolare, le irregolarità riscontrate riguardano l’applicazione alla pompa di un prezzo diverso da quello pubblicizzato, nonché l’omessa comunicazione dei prezzi dei carburanti.
I procedimenti sono stati avviati anche sulla base della documentazione fornita dalla Guardia di Finanza in merito alle infrazioni accertate sui prezzi dei carburanti praticati da oltre mille pompe di benzina (marchio ENI 376, marchio ESSO 40, marchio IP 383, marchio Kuwait 175, marchio TAMOIL 48) distribuite su tutto il territorio nazionale.
A livello normativo, le indagini riguardano la presunta violazione dell’art. 20 del Codice del Consumo, visto che i dati trasmessi dalle autorità tributarie farebbero emergere da parte delle compagnie petrolifere condotte riconducibili alla omessa diligenza sui controlli rispetto alla rete dei distributori.
Nella pratica, in alcuni casi sono emerse divergenze tra il prezzo pubblicizzato e quello più alto in realtà applicato ed in altri è stata riscontrata l’omessa esposizione del prezzo praticato ovvero o la mancata comunicazione al portale “Osservaprezzi Carburanti”, utile al consumatore per trovare la pompa con il prezzo più basso.
In particolare, Eni, Esso, IP, Kuwait Petroleum Italia e Tamoil non avrebbero adottato misure o iniziative idonee a prevenire e a contrastare queste condotte illecite a danno dei consumatori.
Borsa italiana: azioni Eni in rialzo
La settimana della Borsa italiana è iniziata sopra la parità, con il Ftse Mib che sale a 25.833,81 punti, lo +0,2% in più rispetto al dato precedente.
Le azioni Eni fanno meglio dell’indice delle blue chip, salendo dello 0,57% a 14,504 euro. Nell’ultima settimana le azioni del Cane a sei zampe hanno evidenziato un incremento del 4% portando il saldo mensile al +12,40%.
Nel giorno in cui inizia l’offerta agli investitori retail italiani delle obbligazioni Eni Sustainability-linked 2023/2028 ( Obbligazioni ENI 2028: ecco tutte le caratteristiche da sapere), il titolo capitalizza l’annuncio, diffuso ieri, di una nuova importante scoperta di gas nel pozzo esplorativo Nargis-1, nella concessione “Nargis Offshore Area”, nel Mar Mediterraneo orientale, al largo dell'Egitto.
La concessione “Nargis Offshore Area” ha un’estensione di circa 445.000 acri (1.800 chilometri quadrati). Chevron Holdings C Pte. Ltd. è l'operatore con una quota del 45%, mentre IEOC Production BV, consociata interamente controllata da Eni, detiene una quota del 45% e Tharwa Petroleum Company SAE detiene una quota del 10%.
A seguito di questa notizia, Equita ha confermato il rating buy su Eni e il target price a 19 euro.