Il mese di novembre è stato finora molto positivo per il colosso dell'abbigliamento sportivo Nike alla Borsa di New York. Grazie ad un guadagno del 13,68%, le azioni hanno ridotto la perdita dall'inizio del 2022 al 36,79%. Mentre l'anno volge al termine, gli investitori si domandano se sia il caso di puntare sulla soceità americana, alla luce dell'andamento del titolo a Wall Street e sulla base alle prospettive dell'azienda.
Per quanto riguarda i conti, i dati del primo trimestre fiscale rilasciati il 29 settembre hanno evidenziato un fatturato in crescita del 4% su base annua a 12,7 miliardi di dollari ma il margine lordo ha segnato un rosso di 2,2 punti percentuali al 44,3%. Il management ha espresso ottimismo sui prossimi mesi alla luce dei vantaggi competitivi dell'azienda come la forza del marchio, la capacità di introdurre prodotti innovativi e la funzionalità della strategia aziendale.
Nike: perché stare lontano dalle azioni
Indicazioni negative sulle azioni Nike sono arrivate da Zachary Warring, analista di CFRA Research, che ha abbassato il rating da "Hold" a "Sell". Nell'evidenziare la leadership della multinazionale nella vendita al dettaglio, l'esperto ma ha individuato un paio di aspetti negativi che potrebbero incidere sulle quotazioni.
Il primo riguarda il fatto che il titolo non è più economico come lo era un mese e mezzo fa, quando aveva toccato il minimo da 12 mesi a 83,12 dollari. Da allora le azioni sono salite del 27% agli attuali 105,36 dollari. In secondo luogo, per il prossimo anno Warring ritiene che l'elevato livello delle scorte influirà negativamente sui margini e sugli utili.
La posizione di Warring su Nike oggi è in netta controtendenza con quella del 29 settembre, quando il rating venne incrementato a "Hold". In quell'occasione l'esperto stimava che l'azienda con sede a Beaverton, in Oregon, avrebbe fatto meglio dei competitor grazie "ad un bilancio rafforzato dalla crescita dei multipli".