A due ore dall'avvio degli scambi, le azioni
MPS a Piazza Affari scendono dello 0,31% a 2,382 euro dopo un'apertura che le aveva viste salire fino a quasi il 3% a seguito della presentazione dei conti trimestrali e annuali. L'istituto finanziario di Rocca Salimbeni ha terminato il quarto trimestre con un
utile più che doppio rispetto a quello atteso dagli analisti, il che riflette "la raggiunta capacità della banca di generare redditività sostenibile", si legge nella nota diffusa dall'istituto guidato da Claudio Lovaglio. Per quanto riguarda l'intero anno, il
bilancio chiude in perdita a causa dei costi di ristrutturazione legati al piano di esodi incentivati, senza i quali il risultato sarebbe stato positivo.
MPS: i numeri nel dettaglio
Entrando nel dettaglio dei conti, il quarto trimestre si è chiuso con un profitto di 156 milioni di euro, a fronte di 75 milioni attesi dagli analisti. L'utile trae beneficio dall'incremento del reddito operativo di oltre il 60% e della riduzione dei costi per il ridimensionamento dell'organico di oltre 4 mila unità. Inoltre, vi sono stati 425 milioni della rivalutazione delle attività fiscali differite (DTA), alla luce del miglioramento delle prospettive reddituali della banca.
I ricavi totali risultano essere di 840 milioni di euro, in crescita del 15,6% rispetto ai 726 milioni di euro del 3Q e del 16,6% in confronto ai 720 milioni dello stesso periodo del 2021. L'aumento è dovuto soprattutto all'incremento del 14,3% del margine di intermediazione primario, caratterizzato dalla crescita del 31,4% del margine di interesse, che ha assorbito il calo del 5,6% delle commissioni nette.
Prendendo in considerazione tutto l'anno 2022, l'ultima riga di conto economico registra una perdita della Capogruppo di 205 milioni di euro, a fronte di un utile di 310 mln di euro conseguito nel 2021. Senza i 925 milioni relativi ai costi per gli esodi, l'esercizio sarebbe terminato con un utile di 720 milioni di euro. I ricavi complessivi sono stati di 3,09 miliardi, contro i 2,98 miliardi del 2021.
La situazione finanziaria della banca palesa un notevole miglioramento. Al 31 dicembre 2022, il totale dei crediti deteriorati è arrivato a 3,3 miliardi di euro, in calo di circa il 20% su base annua. Ciò è il risultato della cessione di un portafoglio di 900 milioni di euro e della gestione proattiva delle posizioni. La percentuale di copertura degli NPL si è attestata al 48,1%, più bassa rispetto al 53,6% che si aveva al 30 settembre. La ragione deriva fondamentalmente da una più ridotta copertura delle sofferenze (65,1% vs 70,2%) e delle inadempienze probabili (37,5% vs 39,8%).
MPS fa notare nel suo comunicato che la banca ha già implementato
importanti azioni del piano industriale 2022-2026, migliorando la solidità patrimoniale, il profilo di rischio, l'efficienza e la redditività. La nota spiega come sia stato completato con successo l'aumento di capitale di 2,5 miliardi di euro, il piano di esodi che ha determinato una riduzione annua della base di costi di oltre 300 milioni di euro annui, oltre alla spesa una tantum registrata nel terzo trimestre, e sia stato ridotto il livello dei crediti deteriorati con la cessione di portafoglio.
Tra l'altro, l'azienda comunica che "è stata implementata una nuova organizzazione commerciale per migliorare il presidio del territorio con 14 direzioni territoriali retail e altrettante imprese e private a livello nazionale. È stata semplificata la struttura organizzativa del gruppo: a dicembre è stato incorporato il consorzio operativo ed entro il 1° semestre 2023 sarà completato il processo di incorporazione di MPS capital services e MPS leasing & factoring; infine è stata realizzata una crescita a doppia cifra (+21% a/a) dei ricavi di banca Widiba". L'Amministratore Delegato Claudio Lovaglio ha dichiarato che "MPS non è più un problema sistemico, ma è diventato un asset di valore".