Oggi, 15 dicembre 2022, è il gran giorno della riunione della Banca Centrale Europea. Dopo l’incremento di 50 punti base annunciato ieri dalla Federal Reserve, l’istituto guidato da Christine Lagarde dovrebbe mettere in campo una mossa analoga.
Attualmente il tasso sui depositi, quello sulle operazioni di rifinanziamento e quello marginale sono rispettivamente fissati all’1,5%, al 2% ed al 2,25%. Se le attese venissero confermate, dopo due rialzi da 75pb assisteremo ad un +0,5% che porterebbe i tre dati al 2, al 2,5 ed al 2,75 per cento.
Come spesso accade, al di là della decisione in senso stretto, grande enfasi sarà posta alla comunicazione che farà da corollario al meeting della BCE: riflettori puntati sulle parole che saranno pronunciate da Christine Lagarde durante la conferenza stampa (che in questa pagina sarà possibile seguire in diretta streaming).
Meeting BCE: è tutta una questione di equilibrio
Quella che in apparenza sembrerebbe una questione tecnica, l’incremento del costo del denaro più procedure e tempistiche del c.d. Quantitative Tightening (QT), anche questa volta si rivelerà essere una decisione politica.
I falchi premono per un approccio più aggressivo, le colombe chiedono di attendere e di procedere con cautela. Se la stretta sui tassi non dovrebbe, il condizionale è d’obbligo, generare più di tanti disaccordi, più complessa sarà la questione del “Tightening”, che i Paesi nordici puntano a far partire nella prima parte del 2023 e gli altri a giugno 2023.
Ma cosa è il Quantitative Tightening?
Dopo anni di Quantitative Easing (QE, “alleggerimento quantitativo”), l’approccio alla politica monetaria che ha inondato i mercati finanziari di liquidità, ci troviamo a dover fronteggiare il suo opposto: il Quantitative Tightening.
Tramite il QT le banche centrali intendono ritirare parte della moneta, il bilancio dell’Eurotower supera i 5 mila miliardi, che è stata messa in circolo con il QE e che oggi è tra i principali responsabili di quell’incremento dei prezzi che sta spingendo le maggiori banche centrali a frenare, tramite le politiche di normalizzazione, i sistemi economici.
Di concerto con i rimborsi dei piani TLTRO (Targeted Longer-Term Refinancing Operations, Operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine), che finora si sono attestati a 796 miliardi e che a giugno registrano scadenze per 670 miliardi), il QT si svolgerà attraverso il mancato reinvestimento dei titoli scaduti del programma APP (Asset Purchase Programme).
Per il 2023 gli analisti stimano mancati re-investimenti per 130 miliardi di euro che, inevitabilmente, finiranno per incrementare la pressione ribassista sui prezzi dei bond e quella rialzista sui rendimenti. I Paesi come il nostro sono avvisati.
La view degli analisti sul meeting della BCE
Silvia Dall’Angelo, Senior Economist di Federated Hermes, stima una stretta da 50 punti base che porti il tasso depo al 2%, ai massimi dalla fine del 2008. “Probabilmente -commenta Dall’Angelo- sottolineeranno che la loro principale preoccupazione è l'inflazione in questa fase e che, di conseguenza, potrebbe essere necessario un ulteriore inasprimento in futuro”.
“A partire dal secondo trimestre del 2023 -rileva Ulrike Kastens, Economista Europa di DWS- ci aspettiamo che i reinvestimenti dal programma di acquisto di attività (APP) vengano ridotti del 50%”. Nonostante l'indebolimento della crescita, l'inflazione nel 2023 e nel 2024 sarà ben al di sopra dell'obiettivo di inflazione della BCE. “Ciò richiede un orientamento di politica monetaria restrittivo, che a nostro avviso richiederà ulteriori aumenti dei tassi di interesse di 100 punti base nei prossimi mesi”.
L’indebolimento dell’economia europea, ha detto Giuseppe Sersale (Team Anthilia), “dovrebbe comparire nelle projections macro, che dovrebbero fattorizzare una contrazione del GDP nei mesi invernali”. Per quanto riguarda la riduzione del bilancio, “vedremo se Christine resterà sul vago oppure dichiarerà apertamente quando hanno intenzione di iniziare e a che ritmo”.
Secondo Antonio Cesarano, Chief Global Strategist di Intermonte, la diatriba tra falchi e colombe potrebbe riservare scenari inattesi: “un’ipotesi minoritaria ma non trascurabile potrebbe essere quella di 75 pb con rinvio al secondo trimestre della partenza del QT”. Si tratta di una soluzione che acconterebbe i falchi con un rialzo più marcato prima che si entri nel vivo della fase recessiva e che supporterebbe l'euro (limitando l'inflazione importata). Inoltre l’esperto rileva come a “rendere meno urgente la partenza del QT anche il fatto che, nel frattempo, i rimborsi anticipati delle TLTRO hanno registrato un'accelerazione”.
“La riduzione del bilancio si sta già materializzando tramite rimborsi anticipati delle TLTRO, il che renderebbe meno impellente la partenza del QT”.