L’istituto centrale di statistica olandese (CBS, Centraal Bureau voor de Statistiek) ha fatto sapere che cambierà la metodologia finora utilizzata per calcolare il tasso di inflazione. La decisione segue l’annuncio, datato novembre 2022, che i suoi dati relativi l’andamento dei prezzi erano stati, e sono tuttora, erroneamente gonfiati.
Secondo i calcoli diffusi dallo stesso CBS, il tasso di inflazione olandese, che a settembre ha toccato un picco al 14,5%, con la metodologia corretta si sarebbe attestato nel range 7,6-8,1 per cento.
Quella che sembrerebbe una mera questione tecnica, potrebbe invece avere ripercussioni decisamente importanti sulla politica monetaria portata avanti dalla Banca Centrale Europea.
Prezzi Olanda: per la modifica appuntamento a giugno
A fine novembre 2022, il CBS ha fatto sapere di aver registrato un problema con la misurazione dei prezzi che ha causato, nel caso della quinta economia europea e probabilmente anche in quello di altri Paesi, una netta sopravvalutazione delle pressioni inflazionistiche.
Il problema è nella determinazione dei costi legati a gas ed elettricità: l’agenzia finora come base di calcolo ha utilizzato esclusivamente i nuovi contratti, escludendo quelli già in essere (generalmente caratterizzati da un prezzo minore).
Oltre a non esser stato particolarmente rapido nel trovare il problema e nel decidere il cambio di metodologia, l’istituto di statistica olandese ha fatto sapere che anche l’entrata in vigore della nuovo sistema non avverrà in maniera particolarmente celere: il primo dato calcolato correttamente sarà la prima stima dell’inflazione di giugno, la cui pubblicazione è prevista alla fine del corrispondente mese (30 giugno).
Nei prossimi mesi i prezzi saranno sottostimati
Se la metodologia di calcolo adottata ha portato a sovrastimare l’inflazione, agevolando quindi il lavoro dei falchi in seno al board della BCE, nel contesto attuale, in presenza di quotazioni del gas ai minimi dal dicembre del 2021, si assisterà probabilmente ad una sottovalutazione dei prezzi olandesi (e probabilmente di altri Paesi).
Quindi se fino a qualche tempo fa chi era a favore dell’irrigidimento del costo del denaro giustificava la sua posizione con i dati ufficiali, nella prima parte di 2023 potrà avanzare la tesi secondo cui i dati sono sottostimati, e che quindi sono necessari interventi decisi.
Oltre alle conseguenze che direttamente influiscono sui portafogli delle persone (basti pensare ai prestiti a tasso variabile), sovrastimare l’inflazione presenta tutta una serie di conseguenze che fanno sì che i prezzi al consumo si autoalimentino, visto che i contratti di lavoro, le pensioni e tutti quei prezzi che sono direttamente collegati all’andamento dei prezzi tendono a muoversi in base all’andamento dei dati ufficiali.
Di conseguenza, un tasso di inflazione maggiore di quello reale finisce per spingere al rialzo i prezzi. E se questo fenomeno è causato da chi si erge a difensore della stabilità dei prezzi, la banca centrale olandese è da sempre in prima fila quando si tratta di rialzi dei tassi, la situazione diventa surreale.
Cosa farà la BCE?
Come già annunciato nel corso dell’ultimo meeting, nella riunione del 16 marzo la BCE alzerà il costo del denaro europeo di 50 punti base. Ieri, nel corso di un'intervista, il capo economista Philip Lane ha fatto sapere che sulla base delle informazioni attualmente disponibili, “sarà appropriato aumentare i tassi anche oltre il vertice di marzo" e l'ammontare sarà deciso sulla base dei dati.
I falchi, rappresentati questa volta dal n.1 della Banca Centrale austriaca Robert Holzmann, hanno colto la palla al balzo chiedendo rialzi dei tassi da mezzo punto in ognuna delle quattro riunioni fino a luglio. “L'inflazione core non si indebolirà significativamente nel primo semestre dell'anno e rimarrà agli attuali livelli”, ha detto il banchiere nel corso di un’intervista alla testata Handelsblatt.