Se n'è cominciato a parlare soprattutto con il fallimento della Lehman Brothers nel 2008, che ha creato un effetto domino sul sistema bancario statunitense e internazionale. Quell'evento ha determinato poi un intervento senza pari da parte della Federal Reserve per risanare la situazione.
Nel 2011 il problema degli NPL si è ripresentato con la tempesta che si è abbattuta sui PIIGS, che ha scatenato una crisi di proporzioni enormi sul debito dei Paesi europei dell'area mediterranea coinvolgendo gli istituti bancari. Infine se ne è tornato a discutere nei giorni nostri, con l'avvento del Covid-19 che ha messo in ginocchio l'economia mondiale.
NPL: cosa sono e come funzionano
Ma cosa sono effettivamente i Non-Performing Loans? Gli NPL non sono altro che i crediti delle banche nei confronti di imprese e famiglie, espressi sottoforma di mutui e finanziamenti, che si sono deteriorati per via delle difficoltà dei debitori di ripagarli regolarmente. Infatti proprio per questa ragione vengono definiti anche crediti deteriorati o inesigibili.
Queste posizioni dovranno essere coperte da parte degli istituti di credito in funzione di alcuni fattori come ad esempio le indicazioni da parte delle Autorità di vigilanza e le garanzie esistenti. In alternativa possono essere liquidate tramite la cessione a società specializzate che comprano a prezzi di saldo in base alle condizioni del credito, ovvero alla probabilità di insolvenza da parte del debitore.
Ovviamente, prima di effettuare l'acquisto del credito, la finanziaria fa uno studio accurato delle caratteristiche del soggetto che dovrà rimborsare il proprio debito. Quindi fa un'analisi per capire se si tratta di soggetto che ha avuto una situazione di insolvenza o fallimento, oppure semplicemente che è in ritardo nei versamenti.
Durante le situazioni di crisi il ruolo di acquirente del credito è stato esercitato da parte delle Banche centrali, in considerazione della scarsa probabilità di riscossione dei titoli rappresentativi, assicurando la liquidità necessaria per evitare stati di panico nel mercato.
Nel 2016 è stato fondato anche il Fondo Atlante 1, nato sotto impulso del Governo italiano per sostenere la ricapitalizzazione delle banche falcidiate da una montagna di crediti in sofferenza, e il Fondo Atlante 2 per rilevare unicamente i crediti deteriorati e gli assets in qualche modo associati agli NPL.
NPL: 3 tipologie di crediti deteriorati
La Banca d'Italia ha creato la Centrale dei rischi nell'ambito della vigilanza sulla sana e prudente gestione degli istituti finanziari, con lo scopo di limitare l'insorgere delle posizioni pericolose all'interno del bilancio bancario. La Centrale rischi è un grande archivio dove vanno inserite tutte le posizioni debitorie di ogni soggetto nei confronti di tutti gli intermediari finanziari.
Questo consente di vedere in tempo reale qual è la solvibilità del debitore prima che una banca faccia finanziamento e anche alle Autorità di regolamentazione di monitorare la situazione a livello sistemico. In questo contesto, Bankitalia classifica i Non-Performing Loans in 3 categorie:
- Sofferenze bancarie. Si tratta di posizioni in cui il debitore ha delle difficoltà ad adempiere ai propri impegni finanziari, manifestate attraverso ritardi e irregolarità, ma non necessariamente che finiscono con l'insolvenza.
- Inadempienze probabili. Sono situazioni più gravi, determinate da una condizione debitoria compromessa e che avrà probabilmente come epilogo l'inadempienza.
- Esposizioni scadute e/o sconfinate. Questo è lo status peggiore in cui si può trovare un credito bancario, perché riflette un inadempimento da parte del debitore avvenuto o comunque dato per certo, alla luce di scadenze che non sono state onorate.