Leonardo del Vecchio, presidente del gruppo Essilorluxottica, è morto all'età di 87 anni. L'imprenditore aveva fondato Luxottica nel 1961 ed il gruppo, proprietario tra gli altri del marchio Ray-Ban, si era poi unito nel 2018 alla francese Essilor.
La sua holding Delfin è il maggior azionista in Mediobanca con quasi il 20% del capitale e ha una quota appena sotto il 10% in Generali Assicurazioni. Al momento della scrittura, sia Mediobanca che Generali Assicurazioni crollano a Piazza Affari, segnando – rispettivamente – una performance del -2,75% e del -3,38%.
Con morte Leonardo Del Vecchio cosa cambia per Generali e Mediobanca?
La ricchezza di Del Vecchio nel 2021 è cresciuta da 16,1 miliardi del 2020 a 25,8 miliardi di dollari. Nel 2020, anno della pandemia, Del Vecchio aveva aggiunto altri 9 miliardi al suo patrimonio, raggiungendo Giovanni Ferrero come uomo più ricco d’Italia. Il top manager ormai da anni recitava un ruolo importante nella finanza italiana, come dimostra il suo ruolo nella gestione del gruppo Assicurazioni Generali, vicenda sotto i riflettori nella prima parte di quest’anno.
La holding negli ultimi anni ha ingaggiato una partita a scacchi con il management di Mediobanca guidato dall'AD Alberto Nagel, proponendo anche alcune modifiche alla governance. Da tempo i rumor preannunciavano la possibilità di uno scontro in occasione del rinnovo del Consiglio di Amministrazione in agenda ad ottobre 2023, ma è inevitabile che ora gli scenari possano cambiare.
La partita su Mediobanca è strettamente connessa a quella su Assicurazioni Generali. In occasione dell'ultima assemblea la holding ha sostenuto la lista presentata da Francesco Gaetano Caltagirone, uscita sconfitta dal confronto con la compagine presentata dal CdA uscente.
Leonardo Del Vecchio è morto: l’eredità da spartire
Il patrimonio di Leonardo Del Vecchio sarà diviso tra i sei figli avuti da tre compagne diverse. Claudio, Marisa e Paola da Luciana Nervo, Leonardo Maria dalla seconda moglie Nicoletta Zampillo e Luca Clemente dalla compagna Sabina Gross.
Nato nel 1935 a Milano, l’uomo che ha creato l’impero dell’occhialeria partendo da un orfanotrofio, aveva già ben chiaro di dover preparare la sua successione per tempo. In 50 anni, tra il 1969, l’anno in cui è diventato socio unico di Luxottica, e il 2017, la sua azienda non ha mai smesso di crescere, passando dagli accordi con Meta Platforms (ex Facebook) fino ad arrivare alla fusione con gli ex competitor di Essilor ( clicca qui per sapere tutto sulla sua vita).
Leonardo Del Vecchio aveva già indicato il suo erede industriale nel 2017: Francesco Milleri, figura che da consulente esterno di Luxottica è riuscito a diventare l’uomo di fiducia del fondatore della compagnia. Amico e vicino di casa di famiglia, in ottimi rapporti con la seconda moglie da cui Del Vecchio si è separato e ha poi risposato nel 2010, Milleri nel 2020 è diventato AD del gruppo italo-francese.
L’ultima battaglia di Leonardo Del Vecchio
Leonardo Del Vecchio aveva sempre avuto ben chiaro l’obiettivo che molte imprese italiane hanno putroppo mancato secondo lui, cioè il “salto dimensionale”. Ed è proprio questo aspetto che rimproverava alle due società che negli ultimi tempi aveva messo nel mirino, ovvero Mediobanca e Assicurazioni Generali.
"Dobbiamo iniziare ad abbattere i muri e a creare campioni prima nazionali e poi europei, per competere alla pari con i colossi internazionali. Serve un’ottica da imprenditori più che da finanzieri. I dividendi oggi spesso sono a scapito della crescita dimensionale delle aziende", ha affermato il top manager.
E da questa osservazione, a suo avviso, non può sentirsi escluso neanche il settore bancario e assicurativo: "Il mondo della finanza nazionale purtroppo è quello più fragile e in ritardo, protetto fino ad ora da regolamenti e relazioni forti che non potranno più garantirne la sopravvivenza", disse Del Vecchio in un’intervista al Corriere della Sera di dicembre 2021.
La sua ascesa come primo azionista di Mediobanca si spiega con l’idea di voler lasciare un segno anche nella finanza del Belpaese. Ora che Del Vecchio è mancato e Caltagirone ha perso la partita dell’assemblea, dimettendosi poi dal Consiglio di Amministrazione di Generali, il punto interrogativo è cosa vorrà fare il suo erede.