- Evento storico ieri a Washington per la firma dell'accordo, rimane fuori il caso Huawei;
- L'economia americana rallenta, così emerge dal Beige Book pubblicato dalla Fed;
- Eur.Chf in discesa, ma a 1,06 potrebbe fermare la corsa
Finalmente nero su bianco
L'evento di ieri a Washington si è svolto nell'indifferenza generale dei mercati che non hanno lasciato trapelare la minima emozione alla firma della tanto attesa pace commerciale tra Usa e Cina dopo due anni di intense trattative. Tutto quello che è stato deciso era già previsto e quindi incorporato nei prezzi.
Nel complesso l'impegno di Pechino per eliminare la valanga di dazi che aveva colpito l'economia cinese non è di poco conto: acquisti di oltre 200 miliardi in più di prodotti americani tra manifattura, energia, agroalimentare e servizi che comportano 300 miliardi di saldo commerciale negativo con gli Usa. Nel dettaglio la Cina comprerà più gas naturale liquefatto, gas di petrolio liquefatto e prodotti petrolchimici nel comparto energico ed aumenterà la spesa di autoveicoli, componenti aerei e apparecchiature mediche in riferimento a quello manifatturiero.
Il caso Huawei non è compreso nell'accordo e sarà discusso nella fase due che avrà effetto immediato e che, con ogni probabilità, si concluderà dopo le elezioni presidenziali americane.
Da qui in avanti i mercati quindi dovranno fare i conti con gli stessi tira e molla che hanno condizionato questi due anni di trattative, sebbene alla fine l'autoimmunità garantita dalla Fed ha permesso di evitare delle derive pericolose.
Il beige book della Fed accende una spia
Il rapporto consueto della Fed, tramite il Beige Book che viene rilasciato mensilmente, denota come l'economia a stelle strisce sia cresciuta a ritmo rallentato negli ultimi tempi, con i consumi che si sono arenati e quindi la domanda non ha stimolato il sistema. Questo rapporto è molto importante perché costituisce sempre una base per le decisioni della banca centrale in tema di politica monetaria negli incontri ufficiali del FOMC. Quindi cosa ci dobbiamo aspettare? Powell ultimamente è stato abbastanza chiaro, la Fed rimarrà ad osservare vigile senza intervenire troppo per alterare gli equilibri, ma questo potrebbe essere un primo segnale di minaccia alla stabilità, di conseguenza dal discorso del governatore si potranno attendere anche dei toni da colomba.
Il valutario rimane fermo, ma attenzione a Eur.Chf
Il petrolio è cresciuto di circa un punto percentuale dopo le comunicazioni dell'EIA riguardo le scorte negli Stati Uniti diminuite inaspettatamente di 2,55 milioni verso un consensus di +0,4 mln di barili. Ai massimi annuali invece le scorte di benzina che raggiungono 6,7 mln di barili.
Nel forex invece calma piatta, il cross che sembra più interessante in questo periodo sembra essere l'eur.chf inserito perfettamente in un canale ribassista sul grafico settimanale che parte da aprile del 2018. La corsa al ribasso potrebbe continuare nei prossimi giorni una volta che il death cross tra la media mobile a 200 e quella a 50 ha dato un'accelerazione alla discesa nelle ultime settimane. Il cambio si trova quindi stabilmente sotto la media lunga ma troverà però un ostacolo importante verso 1,06 dove giace un supporto molto forte e l'eur.chf si posizionerà sul tracciante inferiore del canale. Lì gli shortisti potrebbero passare alla cassa visto che un compratore probabilmente entrerebbe in gioco, cioè la banca centrale svizzera, che vigila sempre e che tacitamente sul cross ha imposto proprio a quei livelli un altro peg come quello che poi portò alle rovine del 2015.