- Stati Uniti e la Cina hanno firmato il primo accordo commerciale alla Casa Bianca dopo quasi due anni di guerra dei dazi
- Nonostante questo resta molta incertezza tra gli operatori anche per via del contenuto del testo
- L’accordo potrebbe essere l’occasione per rafforzare le relazioni internazionali tra i due paesi
L’accordo tra Usa e Cina è stato firmato ieri alla Casa Bianca tra il presidente Usa Donald Trump e il vice premier cinese Liu He. Dopo due anni di guerra dei dazi e incertezze sui mercati, si prospetta un periodo di calma relativa sulle borse internazionali. Almeno sul fronte dello scontro tra Washington e Pechino.
I termini (vaghi) dell'accordo
Permangono però alcune perplessità non solo per i termini dell’accordo in sé ma anche per alcuni dettagli che non sono stati resi noti. Inoltre la firma non cancella le tariffe già imposte in precedenza ma frena, se non altro, gli aumenti che erano previsti. In realtà, come affermato dal presidente Trump, i dazi saranno cancellati se e quando si chiuderà la fase due. Un primo passo che però potrebbe essere anche la conferma del fatto che il disgelo tra le due superpotenze è ancora lontano. Per questo l’accordo potrà essere anche l’occasione per ripristinare un clima di fiducia reciproca e rafforzare le relazioni internazionali tra i due paesi.
Cosa farà la Cina?
Ad ogni modo l’intesa prevede una serie di acquisti da parte della Cina di circa 200 miliardi di dollari di merci statunitensi, soprattutto prodotti agricoli, nei prossimi due anni. Un traguardo che, stando alla comune opinione degli osservatori, appare piuttosto difficili da raggiungere. Il che porta ad interpretare la firma non come una effettiva vittoria di Washington ma più come un traguardo politico per Donald Trump in vista delle elezioni di novembre.
Cosa succede adesso?
A prescindere dalle possibili considerazioni, dopo l’accordo si passa ai fatti. Cosa succede adesso? Come detto Pechino nei prossimi due anni si è impegnata ad acquistare l’equivalente di 200 miliardi di dollari di merci. Per la precisione $ 77 miliardi in beni e servizi aggiuntivi nel 2020 e $ 123 miliardi nel 2021, in aumento dopo i $ 186 miliardi registrati nel 2017. Partendo da questo quadro, le esportazioni americane in Cina arriverebbero a $ 263 miliardi nel 2020 e $ 309 miliardi nel 2021. Peccato che, solo nel 2018 gli Usa abbiano registrato 558 miliardi di dollari di import dalla Cina. Uno squilibrio forte.
Vittoria di Trump? Non proprio
Ma a differenza delle apparenze, nessuna vittoria di Trump. Anzi, secondo gli esperti è esattamente l’opposto. Infatti nell’accordo, o almeno secondo le 94 pagine rese note, a mancare è proprio la parte economicamente più importante. Infatti Pechino dovrà attuare misure per rivedere la gestione della proprietà intellettuale e il trasferimento forzato di tecnologie americane ma nell'accordo si nota l’assenza di sanzioni qualora non adempia agli obblighi assunti. Inoltre (e soprattutto) non c’è nessun accenno ai finanziamenti di stato per le aziende cinesi che hanno finora rappresentato il vantaggio competitivo assoluto su quelle europee.