- L'FMI avverte del rischio di una nuova minaccia pandemica e le Borse asiatiche vanno in rosso;
- In un documento riservato per il G20, l'FMI stimola i Paesi a fare di più soprattutto per l'occupazione in calo generalizzato;
- Oggi vi è l'atteso incontro della BCE, gli operatori sperano che Lagarde allarghi il PEPP almeno fino al 2021
Il monito dell'FMI tuona sulle Borse asiatiche. Nella notte le vendite sono state protagoniste dell'andamento dei mercati e non è bastato nemmeno il rimbalzo del PIL del Dragone che è balzato a +3,2% nel secondo trimestre (nel primo -6,8%) per migliorare il sentment degli operatori. Anche perché il dato è figlio della riapertura delle attività, ma si tratta pur sempre per l'ex Impero Celeste della peggiore crescita dai primi anni novanta. Così l'indice Hang Seng è caduto del 2,46% e il Nikkei ha perso lo 0,81%; anche nella mattinata di oggi le Borse europee sono poco intonate e viaggiano sotto la parità.
Il numero uno dell'istituto monetario Kristalina Georgieva ha avvertito che la crisi non è alle spalle e una minaccia di una seconda grande ondata di infezioni potrebbe determinare un ulteriore lockdown. Ad oggi i contagi hanno superato i 13,5 milioni di casi e i morti per Coronavirus sono stati oltre 583 mila.
FMI: il G20 deve sfruttare le opportunità della crisi
Gli Stati nazionali hanno fatto molto per evitare il naufragio delle economie, ma questo purtroppo ha generato un'esplosione dell'indebitamento, quindi è necessario mantenere alta la guardia. È quanto emerge dal documento preparato dall'istituto per l'incontro che si terrà in videoconferenza sabato 18 luglio tra i Ministri delle Finanze e i Governatori delle Banche Centrali del G20. Per questa ragione il direttore generale del Fondo Monetario Internazionale considera questa fase molto delicata.
Gli sforzi che tutti i Paesi devono mettere in campo sono essenziali per porre un punto esclamativo sulla fine dell'emergenza e per rilanciare la crescita sfruttando nuove opportunità. Georgieva aggiunge che la crisi lascerà dei segni molto importanti in alcuni Paesi anche per lungo tempo e che ciò rappresenta un rischio per il mercato del lavoro. Quest'ultimo infatti potrebbe essere foriero di povertà e disuguaglianze che dovranno essere combattute. Preoccupa ad esempio il fatto che in alcune zone i posti di lavoro persi tra marzo e aprile non sono stati più recuperati nei mesi successivi.
Già nel precedente report l'FMI aveva parlato di colpo catastrofico sul mercato del lavoro citando i dati dell'Organizzazione Mondiale del Lavoro che denunciavano come il calo delle ore lavorate significa una perdita di 130 milioni di posti di lavoro nel primo trimestre e di 300 milioni nel secondo. Così come a livello di crescita le previsioni avevano fatto gelare il sangue: crollo del 4,9% del PIL nel 2020 e una revisione al ribasso delle aspettative per il 2021 (+5,4% rispetto a +5,8% stimato in primavera). Riguardo invece il debito pubblico mondiale è molto significativa la dichiarazione che aveva rilasciato il capo economista dell'FMI, Gita Gopinath, parlando di un picco previsto maggiore di quello successivo alla Seconda Guerra Mondiale.
La BCE risolleverà gli animi?
Visto il quadro a tinte fosche tratteggiato dall'FMI gli operatori a questo punto sperano in Christine Lagarde. Oggi ci sarà l'attesissimo incontro mensile del Consiglio direttivo dell'Eurotower e l'attenzione sarà rivolta su quanto dirà il numero uno della BCE in merito all'allargamento del PEPP nel 2021 per far fronte a un fabbisogno finanziario dei Governi di 1.100 miliardi di euro.
Secondo AllianzGI la vera sorpresa sarebbe quella di estenderlo al 2022, perché darebbe un segnale molto forte ai mercati, visto che la curva dei rendimenti è destinata a rimanere sotto il controllo di Francoforte a lungo. Ad ogni modo gli esperti della società d'investimento sottolineano come i mercati dovrebbero stare tranquilli in quanto finora l'istituto centrale si è mostrato un valido alleato per frenare gli effetti della pandemia e sarà presente anche per i tempi futuri.