L'Europa sta attraversando un periodo molto delicato. La guerra Russia-Ucraina ormai è diventata un'agonia non tanto per una questione squisitamente di connotazione geopolitica, ma quanto per l'incidenza in termini pratici sul fabbisogno energetico e sulla crisi di approvvigionamento. Il Vecchio Continente sta cercando a fatica di smarcarsi dalla dipendenza di Mosca, da cui importa gran parte di gas e petrolio che utilizza. Questo però inevitabilmente porta a fare scelte dolorose che potrebbero essere pagate a caro prezzo, se non calibrate con oculatezza.
Tutto ciò si incrocia con un'
inflazione che sta diventando incontrollabile e che rischia di minare i consumi e i risparmi dei cittadini europei. La strada delineata porta dritto alla recessione, soprattutto se la
Banca Centrale Europea dovesse decidere di inasprire la sua politica monetaria oltre il dovuto.
Questo è uno dei principali alert che sono stati sollevati dagli economisti nell'ampio dibattito su quanto l'Eurotower debba essere aggressiva in questo 2022 sul versante dei tassi d'interesse e dell'allentamento quantitativo in corso. Giungere a capo di una situazione così imbrigliata non è un puro esercizio didattico e ancora all'interno del Board della BCE si stanno consumando lotte intestine tra falchi e colombe per delineare un percorso che sia il meno scosceso possibile.
Recessione Europa: ecco cosa pensano i CEO aziendali
Sull'eventualità di una recessione europea hanno detto la loro anche molti top CEO aziendali, che hanno espresso in linea di massima parecchia preoccupazione al riguardo. Stefan Hartung, Amministratore Delegato di Bosch, è convinto che in divenire si affacci una grande recessione, con l'incognita del Covid-19 che ancora sta colpendo pesantemente in Cina. Hartung ha rilevato una persistente domanda nel settore in cui opera, ossia di elettrodomestici, utensili elettrici e veicoli, nonostante l'aumento dei tassi e dei prezzi. Tuttavia, tra poco potrebbe esserci non solo una crisi di offerta, ma anche proprio di domanda.
Secondo il capo economista di Berenberg, Holger Schmieding, il PIL dell'Eurozona nel secondo trimestre potrebbe contrarsi per effetto del peggioramento dei blocchi cinesi a causa del Covid-19 e per la prudenza nella spesa dei consumatori dovuta all'inflazione energetica e dei generi alimentari. Al riguardo un molto probabile embargo sul gas russo farebbe arrivare una recessione più grave.
Anche il CEO di Mercedes-Benz, Ola Kallenius vede nero. A suo avviso quanto sta succedendo contribuisce a creare un ambiente imprenditoriale difficile, con riflessi deleteri per la casa automobilistica tedesca. Innanzitutto, rileva Kallenius, vi è il problema legato alla carenza dei semiconduttori. In secondo luogo sono subentrati i blocchi in Cina che rischiano di influenzare le catene di approvvigionamento in tutto il mondo. Infine vi è la guerra Russia-Ucraina che sta determinando per le imprese un clima molto impegnativo.
L'Amministratore Delegato di Maersk, Soren Skou, invece ha dichiarato che la più grande compagnia di navigazione del mondo sta monitorando da vicino i rischi di recessione. Tuttavia, non si aspetta che tutto ciò possa avvenire prima di fine 2022-inizio 2023.