Il fine settimana riserva un appuntamento che catalizzerà l'attenzione degli investitori nei mercati finanziari: le elezioni tedesche. L'evento sarà particolarmente significativo non solo perché si rinnova il Bundestag ma anche e soprattutto perché dopo 16 anni termina il regno di Angela Merkel.
L'incertezza sull'esito del voto è molto alta e con estrema probabilità dalle urne non uscirà una maggioranza tale che non richieda alleanze e compromessi. Soprattutto in rapporto all'auspicato cambio della costituzione che ancora fissa il deficit fiscale strutturale limitato allo 0,35% del PIL.
Le forze in campo presentano una sfida tra SPD guidato da Olaf Scholz, in costante ascesa nei sondaggi, e CDU, con Armin Laschet candidato erede della cancelliera uscente. La posta in gioco è alta e comporta scendere a patti con i potenziali partner della coalizione: i Verdi e i Liberal Democratici.
Elezioni tedesche: il nodo degli investimenti pubblici
Il nodo di tutta la questione sulle alleanze sta nella spesa pubblica. La norma costituzionale sul freno al debito, messo in quarantena durante la pandemia, sarà una palla al piede. Soprattutto se nella maggioranza dovessero entrare i Verdi, decisi a innalzare gli investimenti pubblici fino all'1,5% del PIL nei prossimi 10 anni.
Negli ultimi 10-15 anni gli impieghi del settore pubblico sono scesi ad appena il 2% del PIL e nessuno tra i Paesi OCSE ha fatto come la Germania. Gli altri partiti però non sono altrettanto convinti di abbandonare quella linea di rigore che per tanti anni ha caratterizzato la politica economica tedesca, anche in rapporto all'Europa.
La paura di molti è che un cambio netto di marcia potrebbe innescare fenomeni di fuga dai titoli di Stato tedeschi a vantaggio di quelli degli altri Paesi dell'Eurozona. Chiunque vuole fare sodalizi con i Verdi deve essere consapevole di concedere qualcosa in termini di spesa pubblica, soprattutto nell'area tanto cara al partito che ha a che vedere con il cambiamento climatico.
Elezioni tedesche: i riflessi per il mercato
I sondaggi che danno Olaf Scholz in salita hanno messo un pò in subbuglio il mercato dei Bund tedeschi, con una svendita questa settimana che ha fatto arrivare il rendimento dei titoli a 10 anni a -0,218%, il massimo da 3 mesi a questa parte.
Questo significa che gli investitori pensano che una vittoria dei socialdemocratici possa orientare la coalizione a sinistra, maggiormente incline a una spesa pubblica più libera rispetto a una formazione di governo guidata dal CDU. Di conseguenza il mercato sconta il fatto che i titoli di Stato tedeschi non offrano più le stesse garanzie dell'epoca del rigore e della frugalità. La situazione potrebbe peggiorare se, a giochi fatti, nella maggioranza a trazione sinistroide dovesse entrare il partito di estrema sinistra Die Linkie, che imporrebbe un radicalismo fiscale ancora più elevato.
Il mercato tuttavia per il momento non prevede un'impennata dei rendimenti tedeschi, che a 10 anni sono rimasti costantemente sotto lo zero come segno di rifugio sicuro per gli investitori. Secondo Peter Schaffrik, macro strategist di RBC Capital Markets, un Governo di centrosinistra vorrà spendere più soldi, però la reazione più forte degli investitori potrebbe essere non tanto nel debito tedesco ma in quello degli altri Paesi, dove i titoli di Stato sono più rischiosi. Si verrebbe insomma a creare uno spostamento di denaro all'interno del mercato delle obbligazioni pubbliche.
A giudizio invece di Mark Dowding, Chief Investment Officer di BleuBay Asset Management, gli investitori dovrebbero stare molto attenti a schierarsi contro i Bund tedeschi, a meno che la coalizione di Governo non sarà particolarmente spinta a sinistra con la presenza di Die Linke.