Dal Bollettino economico della BCE è emerso quello che gli operatori sanno ma che ogni tanto tendono a dimenticare: i tassi europei saliranno ancora, e non di poco, e i rischi per l’inflazione, con una guerra alle porte dell’Europa e dopo i balzi registrati negli ultimi mesi, sono orientati al rialzo.
Se da un lato i prezzi dell’energia hanno evidenziato un rallentamento, ha rilevato l’istituto guidato da Christine Lagarde, l’inflazione in arrivo dal settore alimentare ed il fatto che gli incrementi si siano ormai radicati nel sistema faranno sì che dovremo abituarci a convivere con tassi elevati ancora per un po’.
Ma vediamo in dettaglio cosa è emerso dal Bollettino economico della BCE.
Bollettino economico BCE: tassi di interesse saliranno in misura significativa
Nel suo Bollettino economico, la Banca Centrale Europea, che lo scorso 15 dicembre 2022 ha incrementato di 50 punti base i tre tassi di riferimento, ha rimarcato come alla luce della revisione al rialzo delle prospettive di inflazione sono previsti ulteriori incrementi.
"Il Consiglio direttivo ritiene che i tassi di interesse debbano ancora aumentare in misura significativa a un ritmo costante per raggiungere livelli sufficientemente restrittivi da assicurare un ritorno tempestivo dell'inflazione all'obiettivo del 2% nel medio termine".
La riduzione della crescita dei prezzi sarà attuata tramite un deterioramento del contesto macroeconomico destinato ad incidere sulla domanda. “Mantenere i tassi di interesse su livelli restrittivi, nel tempo, farà diminuire l'inflazione frenando la domanda e metterà inoltre al riparo dal rischio di un persistente incremento delle aspettative di inflazione”.
Inoltre, a dicembre il Consiglio direttivo ha deciso che da marzo 2023 il portafoglio del programma di acquisto di attività (PAA) sarà ridotto di 15 miliardi mensili tramite un parziale reinvestimento del capitale rimborsato sui titoli in scadenza. Questo fino al secondo trimestre del 2023, in seguito verrà determinato nel corso del tempo.
BCE: le stime su inflazione e Pil
Nel Bollettino economico l’istituto rileva come l’inflazione dovrebbe attestarsi all’8,4% medio nel 2022 per scendere al 6,3 per cento nel 2023 e registrare una marcata riduzione in corso d'anno (3,4% nel 2024 e 2,3% nel 2025).
Un fattore rialzista particolarmente importante sarà rappresentato dall’andamento delle retribuzioni. “I salari registreranno tassi di crescita ben superiori alle medie storiche, sospingendo al rialzo l’inflazione nell’intero periodo in esame”.
Ai governi viene chiesto di non peggiorare la situazione: “le misure di bilancio volte a proteggere l’economia dall’impatto degli elevati prezzi dell’energia dovrebbero essere temporanee, mirate e modellate al fine di preservare gli incentivi a un minore consumo di energia” nel caso questi criteri non dovessero essere soddisfatti questi provvedimenti “potrebbero verosimilmente esacerbare le pressioni inflazionistiche, rendendo necessaria una risposta di politica monetaria più forte”.
Per quanto riguarda la crescita economica, il Pil è stimato in aumento del 3,4 per cento nel 2022 e dello 0,5 nel 2023 (+1,9% nel 2024 e +1,8% nel 2025).
“Nel quarto trimestre del 2022 e nel primo del 2023 l'economia dell'area dell'euro potrebbe subire una contrazione dovuta alla crisi energetica, all'elevata incertezza, all'indebolimento dell'attività economica mondiale e alle condizioni di finanziamento più restrittive” ma, in qualunque caso, “un’eventuale recessione sarebbe relativamente breve e di lieve entità”.
Le reazioni dei mercati
Dopo la diffusione del Bollettino, ed in attesa dei numeri relativi l’inflazione USA di dicembre, l’Euro Stoxx 50 si conferma in rialzo dello 0,8% mentre l’euro/dollaro è stabile a 1,076.