Il gran giorno è arrivato: oggi il Dipartimento del Lavoro pubblicherà
i dati sull'inflazione USA relativa al mese di dicembre. L'indice dei prezzi al consumo (IPC) in questo momento storico è diventato l'aggiornamento più importante, per tutte le implicazioni sulle decisioni di politica monetaria della
Federal Reserve e gli effetti sui mercati. Il mercato si aspetta una conferma di un raffreddamento dell'inflazione, che dovrebbe scendere dal 7,1% al 6,5%.
Ottime le indicazioni arrivate la settimana scorsa dal mercato del lavoro, con i salari che sono cresciuti meno del previsto. Questo parametro è molto tenuto in considerazione dalla Fed nelle sue proiezioni inflazionistiche, in quanto proprio l'aumento delle buste paga viene ritenuto una delle principali cause della lievitazione dei prezzi al consumo.
Inflazione USA: cosa guarderà il mercato
Questo mese investitori e analisti non si fermeranno a osservare il dato sull'IPC "core", che esclude le componenti volatili della variazione dei prezzi come generi alimentari ed energia, ma presteranno maggiore attenzione all'inflazione "supercore", ossia ai servizi di base esclusi gli alloggi e l'assistenza medica. Negli ultimi mesi gli operatori sono diventati più sofisticati proprio perché l'inflazione si è fatta più difficile da comprendere in tutte le sue sfaccettature. L'IPC core, infatti, è diminuita in questi mesi grazie all'aumento dell'offerta di molti prodotti e alla distruzione della domanda. Viceversa, l'inflazione derivante dai servizi è rimasta elevata, per effetto di un mercato del lavoro ancora caldo.
Del resto, anche il Governatore della Fed,
Jerome Powell, ha ribadito negli ultimi mesi l'importanza dei servizi di base, esclusa l'edilizia abitativa, e di come
il mercato del lavoro sia la chiave per comprendere la direzione dell'inflazione. Quindi, il punto è quanto gli investitori dovranno preoccuparsi per la persistenza di un'inflazione supercore elevata.
I verbali della riunione di dicembre della Fed hanno ribadito la preoccupazione per la possibile sottovalutazione da parte degli investitori della determinazione della Banca Centrale a mantenere i tassi d'interesse a livelli più alti di quanto rientri nelle loro aspettative. In relazione a questo, i funzionari hanno proprio citato la rigidità del mercato del lavoro, che continua a dare pochi segni di raffreddamento.
Inflazione USA: le attese degli analisti
Quindi, cosa bisogna aspettarsi dai dati di oggi? Secondo i gestori di Morgan Stanley Investment Management, sarà importante seguire quanto accadrà proprio nel settore dei servizi. "Oggi, probabilmente stiamo concentrando la nostra attenzione sul settore dei servizi perché la Fed sta dicendo che stanno osservando questo elemento con particolare attenzione,", hanno sostenuto dalla banca.
Gli economisti di PIMCO, Tiffany Wilding e Allison Boxer, hanno scritto che "il dato di questa settimana dell'inflazione core confermerà un ulteriore passo indietro nel ritmo di inasprimento della Fed". Gli esperti al riguardo ritengono che nella riunione di febbraio, l'istituto centrale passerà da un aumento del costo del denaro di dicembre di 50 punti base a uno di 25 punti base. "La nostra previsione indica che i dati sull'inflazione e sul mercato del lavoro si modereranno/indeboliranno a tal punto da spingere la Fed ad optare per una pausa prima della riunione di maggio", hanno precisato.
Gli economisti prevedono che "l'inflazione headline di dicembre subisca una lieve contrazione", nell'ordine di uno 0,1% su base mensile, poiché "il calo dei prezzi dell'energia e l'andamento più contenuto dell'inflazione core continuano a ridimensionare l'inflazione dichiarata". Infine, si aspettano che l'inflazione core dello 0,2% m/m riduca il ritmo di quella su base annuale al 5,6% e di quella a tre mesi annualizzata al 2,7%.