I certificati a leva si suddividono in due categorie:
Certificati a leva fissa
Certificati a leva variabile o dinamica
I certificati a leva fissa replicano in modo lineare l’andamento del sottostante, per esempio il FTSE Mib.
Ciò significa che, nel caso di un certificato a leva 5, a fronte di una performance pari al +1% del FTSE Mib, la performance del certificato sarà esattamente pari al 5%.
I certificati a leva fissa sono strumenti estremamente efficienti all’interno della singola giornata di trading tanto che, a giudizio di chi scrive, dovrebbero essere utilizzati esclusivamente in intraday o comunque in un orizzonte temporale ridotto. Questo perché la famiglia dei certificati a leva fissa risente del cosiddetto effetto dell’interesse composto, o Compounding Effect. Tale effetto fa in modo che durante le fasi di lateralità, che si vadano ad estendere per diversi giorni, si verifichi un decadimento del valore del certificato stesso con una conseguente riduzione della performance rispetto al sottostante di riferimento. (In intraday questo effetto non si manifesta). In caso di forte direzionalità, invece, l’investitore potrebbe ottenere dei rendimenti maggiori rispetto a quelli del sottostante.
I certificati a leva variabile o dinamica comprendono i certificati turbo e i mini Futures.
In Italia il mercato di questa categoria di certificati non è particolarmente sviluppato, ma in altri paesi come la Germania questi prodotti raggiungono volumi scambiati rilevanti. Chi scrive ritiene che nel giro di qualche anno questi prodotti diventeranno estremamente comuni anche in Italia.
La principale caratteristica dei certificati a leva variabile è che la leva variabile consente all’investitore di evitare le distorsioni dovute all’effetto dell’interesse composto. Sempre ad avviso di chi scrive, questi prodotti sono particolarmente indicati per un’operatività multiday ed anche nel caso in cui venissero impiegati come coperture. Altre importanti caratteristiche dei certificati a leva variabile sono la protezione nei confronti dei gap di mercato (non si può perdere più del capitale investito), la possibilità di sfruttare un buon effetto leva ed infine la possibilità di frazionare l’investimento fino a pochi centesimi.