Le vendite che in questi giorni stanno colpendo i mercati finanziari hanno messo in apprensione gli investitori, i quali sono alla ricerca di una bussola per potersi orientare nel caos generale. Sia le azioni che le criptovalute da diverso tempo si stanno muovendo nella stessa direzione, il che lascia supporre che ormai si è innescata una sorta di correlazione tra le due tipologie di assets.
È difficile per il momento stabilire la causa e l'effetto, ovvero se è il calo dei titoli azionari a trascinare giù le valute digitali o se è l'esatto contrario. Di sicuro il mercato è diventato estremamente nervoso e reattivo ad ogni indicazione che arriva dalle varie Autorità che hanno nel merito voce in capitolo.
La dimostrazione è avvenuta con la decisione degli enti regolatori cinesi che hanno optato per sopprimere le criptocurrencies dal trading e dai pagamenti. Scelta che ha comportato il tracollo della gran parte delle monete virtuali. E questa sera gli occhi sono puntati sui verbali della Federal Reserve, dal cui contenuto possono venire fuori elementi che possono essere interpretati in varie direzioni.
Verbali FED: 3 temi su cui prestare attenzione
Probabilmente l'umore nero degli operatori di mercato delle ultime ore difficilmente potrà essere alterato in positivo, a meno che non si conosceranno stasera delle cose clamorose. Saranno 3 i principali temi che comunque verranno osservati con attenzione dal report della Banca Centrale, come di seguito illustrato:
Inflazione: l'elemento più controverso
La crescita dei prezzi è l'indiziato numero uno per cui i trader si sono posizionati short sui mercati. Sebbene rispetto ai verbali del 28-29 aprile l'inflazione si è meno riflessa sui rendimenti dei titoli di Stato americani, oggi rappresenta una minaccia da cui bisogna ben guardarsi.
Gli esponenti della FED continuano a ridimensionare il peso dei prezzi, rimandando tutto a un fattore temporaneo. Essi sostengono che è normale avere un pò più di inflazione nei prossimi mesi, dopo la catastrofe pandemica che ha affossato l'economia statunitense. È chiaro quindi che la ripresa economica spinga su la domanda e quindi la valutazione dei prodotti e dei servizi, ma questo potrà durare fino a quando il mercato non troverà un equilibrio.
Alcuni economisti hanno evidenziato anche come i prezzi al consumo nel mese di aprile siano cresciuti soprattutto nei settori dei viaggi e degli hotel, proprio perché sono quelli che hanno pagato il prezzo più salato dalle chiusure e dalla scarsa mobilità dovute al Covid-19.
La FED di conseguenza continuerà a lasciar correre l'inflazione senza intervenire, nell'attesa che il processo di aggiustamento sopraggiunga in via del tutto naturale? Da stasera non dovrebbero arrivare novità rispetto a quello che già si conosce sul pensiero dell'istituto centrale, in caso contrario il mercato potrebbe interpretare in malo modo la cosa e appesantire ulteriormente gli indici.
Tapering: in estate se ne comincerà a parlare
La FED è più serrata in questo momento riguardo la riduzione del suo piano di acquisto di 120 miliardi di dollari mensili di obbligazioni. O meglio, Jerome Powell ha più volte detto che occorre raggiungere un tasso d'inflazione di lungo periodo del 2% e la piena occupazione, prima di stringere sugli stimoli monetari. Indicazioni aggiuntive però non ne sono arrivate né dal Governatore della Banca centrale nè dai suoi funzionari.
In realtà gli analisti si aspettano che, già dalla fine dell'estate o da inizio autunno, la FED discuta seriamente se accorciare il ritmo degli acquisti nel 2022 o meno. È verosimile che i dati macroeconomici che nel frattempo verranno pubblicati giocheranno un ruolo chiave, pertanto per il momento è difficile che dal verbale di questa sera fuoriescano prese di posizione chiare.
Occupazione: contesto poco chiaro
Il mercato del lavoro verrà monitorato con grande attenzione dalla Banca Centrale nel prossimo futuro, perché da esso dipende il cambiamento di prospettive che la FED avrà sui tassi e sull'accomodamento monetario.
Indubbiamente il livello occupazionale negli Stati Uniti è in ripresa, perché le attività economiche sono tornate a produrre, ma il quadro generale è ancora pieno di zone d'ombra e per questo si mostra essere volatile.
Quindi il FOMC si aspetta un miglioramento, ma fino a quando la situazione della forza lavoro deve migliorare perché l'istituto centrale decida di intervenire? Come accennato, la piena occupazione è un indizio, ma questo andrà messo in relazione con le altre variabili come la crescita dell'inflazione.