Oggi, alle 20 italiane, focus sulla decisione della Fed e, mezz’ora più tardi, riflettori puntati sulle parole che il governatore Jerome Powell pronuncerà nel corso della conferenza stampa.
Al contrario di quanto accadrà domani con il meeting della BCE ( Riunione BCE 4 maggio: ecco cosa si attendono gli analisti), la decisione che sarà presa oggi dalla Federal Reserve non dovrebbe riservare troppe sorprese: il CME FedWatch Tool stima un rialzo dei tassi di 25 punti base, che porterà il tasso sui Fed Funds al 5-5,25%, con una probabilità di circa 85 punti percentuali (una conferma dell’attuale livello è stimata al 15%).
Decisione Fed oggi: in arrivo una pausa?
Scontato un rialzo di 25 punti base, il meeting della Fed oggi è particolarmente importante per capire quelle che saranno le future mosse della Banca centrale con sede a Washington. Le turbolenze che negli ultimi mesi hanno attraversato il settore bancario stanno provocando e provocheranno un irrigidimento delle condizioni monetarie e finiranno per avere ripercussioni su un'economia già in rallentamento: la Fed lo sa e probabilmente si comporterà di conseguenza.
“È probabile che la riunione del FOMC di questa settimana adotti un tono dovish, anche se i membri della Fed decidessero per un ultimo rialzo seguito da una pausa, e anche se si trattasse di una pausa prolungata, il nostro scenario di base prevede potenziali tagli nell'ultima parte dell'anno”, stima Mondher Bettaieb-Loriot, Head of Corporate Bonds di Vontobel.
Per Tiffany Wilding, North American Economist di PIMCO, il FOMC passerà da una forward guidance basata su "qualche politica aggiuntiva di consolidamento" a più generiche "politiche aggiuntive di consolidamento". Questo, rileva Wilding, “le consentirebbe di dare un segnale di pausa pur mantenendo un orientamento all’inasprimento. Riteniamo che il presidente Powell dovrà trovare un difficile equilibrio durante la conferenza stampa, ma alla fine ci aspettiamo che appaia come una ‘pausa da falco’ ”.
Federal Reserve: analisti non credono a taglio dei tassi nel 2023
In genere tra la fine di un ciclo di strette ed il primo taglio del costo del denaro passano circa 6 mesi. Quindi, sulla base delle serie storiche, prima della fine dell’anno dovremmo assistere ad una riduzione del costo del denaro. Ma, come sentiamo spesso dire in economia, questa volta è diverso. O almeno così la pensano diversi analisti.
Jack Janasiewicz, di Natixis Investment Managers Solutions, ritiene difficile che da qui a fine anno assisteremo ad un nuovo taglio dei tassi: “una pausa non è un cambio di rotta. E questo è un punto chiave che vale la pena ribadire. Una svolta implica un passaggio a tagli più avanti nel corso dell'anno. Non ne siamo così sicuri”.
In linea la view di Blerina Uruci, Chief US Economist di T. Rowe Price, “l'idea che questo sia l'ultimo rialzo, e che presto seguiranno dei tagli, è troppo ottimistica. L'inflazione è ancora elevata/persistente, anche se sta rallentando, così come i dati sul lavoro”. Per l’esperta, “è difficile avere esattamente ragione sul picco dei tassi di interesse, ma possiamo essere relativamente convinti di un paio di cose: che siamo molto vicini alla fine dei rialzi e che quest’anno la Fed non sarà in grado di tagliare i tassi di interesse in modo significativo”.