La prossima settimana la
Banca Centrale Europea sarà chiamata a prendere una decisione che potrebbe cambiare il corso dell'economia europea e dei mercati finanziari nei prossimi mesi:
di quanto aumentare i tassi d'interesse. Negli ultimi giorni sembra essere emersa una tendenza a voler inasprire ulteriormente la politica monetaria, al punto che non sono in pochi a ventilare un
maxi-aumento del costo del denaro di 0,75 punti percentuali.
Al riguardo, il simposio di Jackson Hole che si è svolto la scorsa settimana ha lasciato indicazioni che non possono essere trascurate. Il membro del Consiglio direttivo Isabel Schnabel ha ribadito il concetto che i tassi dovranno salire e persistere a lungo a un livello alto per schiacciare un'inflazione che attualmente veleggia nei pressi del 9%, ma che la crisi energetica potrà spingere ancora più in alto.
I mercati sono in apprensione, perché una decisione di tale portata potrebbe essere il preludio all'arrivo di una recessione, con conseguenze disastrose anche per gli assets finanziari. Gli investitori però stanno già scontando una stretta forte, con il rendimento dei titoli di Stato europei in ascesa e lo spread nei confronti dei bund tedeschi che si è allargato in questi ultimi giorni.
BCE: Lane preferisce un approccio morbido
A cercare di smorzare un po' il clima eccessivamente rigido in tema di scelte della BCE per i prossimi mesi, ci ha pensato il capo economista dell'Eurotower Philip Lane, che ha affermato che i costi di finanziamento dovrebbero aumentare a un ritmo costante. Cosa significa questo? Probabilmente che nella riunione dell'8 settembre l'esponente di spicco della Banca Centrale potrebbe non sostenere un incremento dei tassi oltre le misure finora adottate, acquietando in questo modo l'ardore dei falchi.
A giudizio di Lane, incrementi più piccoli del costo del denaro darebbero il tempo necessario per monitorare i progressi dell'economia. Inoltre, un approccio più calibrato consentirebbe ai mercati di assorbire costi di finanziamento più alti e lascerebbe maggiore spazio per puntare a un terminale più basso qualora le prospettive di inflazione dovessero mutare.
Tuttavia, l'economista ha sottolineato come l'inflazione sia estremamente alta e i livelli salariali dei lavoratori potrebbero non essere allineati con i maggiori costi. Questo comporta che un qualche aggiustamento in futuro potrebbe mantenere i prezzi alti per un certo periodo di tempo. "La dimensione appropriata dei singoli incrementi sarà maggiore quanto più ampio sarà il divario con il tasso terminale e più distorti saranno i rischi per l'obiettivo di inflazione", ha precisato Lane.
In definitiva, l'alto funzionario della BCE propende ancora per un atteggiamento misurato di Francoforte, senza escludere del tutto la possibilità di una maggiore aggressività se le condizioni lo richiedessero, persino arrivando a ritoccare dello 0,75% il tasso sui depositi per la prima volta nella storia. A giudizio di Frederik Ducrozet, responsabile della ricerca macroeconomica di Picter Wealth Management, difficilmente Lane si opporrà a una stretta di 75 punti base a settembre, con un'inflazione che nei prossimi due mesi è più probabile che peggiori.