Il rallentamento dell’economia europea dovrebbe proseguire fino alla prima parte del 2023. Parola di Christine Lagarde. Robusta nella prima parte dell’anno grazie alla fine delle restrizioni, la crescita dell’economia di Eurolandia, ha rilevato la n.1 della BCE nel corso del suo intervento alla sessione autunnale dei lavori del FMI e della Banca Mondiale, si è trovata a fare i conti con il balzo dell’inflazione, con l’indebolimento della domanda e con il calo della fiducia.
“Si tratta di fattori che probabilmente finiranno per provocare un significativo rallentamento del Pil della Zona Euro nel corso della seconda parte dell’anno e nella prima parte del 2023”.
BCE: Lagarde, tassi? Nuovi aumenti nei prossimi meeting
L’inflazione di Eurolandia, che nel mese di settembre ha toccato la doppia cifra salendo al 10%, si attesta a livelli “troppo alti e probabilmente resterà sopra il target della BCE ancora per un ampio periodo di tempo”.
Di conseguenza, l’istituto con sede a Francoforte “proseguirà il processo di normalizzazione monetaria”. Dopo il rialzo di 50 punti base varato a luglio ed i +75 punti base di settembre, la BCE “alzerà nuovamente i tassi nei prossimi meeting, sempre basandosi sulle indicazioni macroeconomiche e decidendo di volta in volta cosa fare”.
Lagarde: è il momento di una politica fiscale mirata
Dopo anni in cui a dettare la linea è stata la politica monetaria, è arrivato il momento di quella fiscale. “Si tratta di un elemento fondamentale per affrontare lo shock indotto dalla guerra e dovrebbe rappresentare un'ancora di salvezza per quelle famiglie e quelle imprese che devono far fronte a un forte aumento delle bollette energetiche”.
Si tratta di interventi che, per forza di cose, dovranno essere “temporanei ed indirizzati verso quei cittadini e quelle imprese che ne hanno più bisogno, per limitare il rischio di alimentare pressioni inflazionistiche”.
Con la normalizzazione della politica monetaria, “il fulcro della politica fiscale dovrà spostarsi progressivamente verso misure che preservino la sostenibilità del debito senza mettere in pericolo la ripresa a medio termine”.
Ma la politica fiscale non rappresenta l’unico supporto su cui potremo contare: ad attutire il peggioramento del quadro macro, evidenzia Lagarde, ci saranno anche “i risparmi delle famiglie ed un mercato del lavoro robusto”.
Per quanto riguarda il primo aspetto, gli ultimi dati elaborati dall’Eurostat fanno riferimento al dato relativo il secondo trimestre 2022, quando il tasso di risparmio dei cittadini di Eurolandia si è attestato al 13,7%, in riduzione rispetto al 15,2% dei primi tre mesi dell’anno, ma comunque ancora su livelli importanti (negli Usa ad agosto era al 3,5%).
Per quanto riguarda il tasso di disoccupazione, ad agosto si è confermato al minimo storico del 6,6% e gli analisti si attendono che il dato, anche in presenza di un deterioramento del contesto macroeconomico, nei prossimi mesi non farà registrare un deterioramento particolarmente accentuato.