BCE cambia su inflazione, cosa succede per economia e mercati? | Investire.biz

BCE cambia su inflazione, cosa succede per economia e mercati?

09 lug 2021 - 12:30

05 dic 2022 - 15:27

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L'Eurotower ha ridefinito i nuovi obiettivi di inflazione allineandosi a quello che è l'atteggiamento della FED. Ecco le ripercussioni sull'economia e i mercati

La BCE come la FED. È stata questa la sensazione che ha lasciato ieri il discorso in conferenza stampa del numero uno dell'Eurotower  Christine Lagarde. L'ex  FMI ha indicato nel 2% il suo obiettivo medio d'inflazione nel lungo termine, con la possibilità che per qualche periodo transitorio si vedano i prezzi moderatamente al di sopra del target.

In realtà, come ha precisato la stessa Lagarde, vi sono delle differenze importanti tra le due Banche Centrali nell'affrontare il limite effettivo. In sostanza, l'istituto statunitense permetterà all'inflazione di oltrepassare il picco del 2% che l'anno scorso si era dato come obiettivo medio per compensare la mancata crescita degli anni passati. Francoforte invece ha deciso di affrancarsi dal livello appena sotto il 2%, considerato un obiettivo vago e perseguito in un momento in cui l'inflazione era la principale preoccupazione per la Banca Centrale.

In definitiva, nessuna intenzione da parte della BCE di adottare l'Average Inflation Targeting che aveva avviato la Federal Reserve nell'ultimo incontro a Jackson Hole, ossia il ricorso alla media dei recenti valori del tasso d'inflazione come base per le scelte di politica monetaria, 


BCE: cosa cambia per economia e mercati

Finora Lagarde non ha specificato per quanto e di quanto questo nuovo atteggiamento rispetto ai prezzi possa portare al superamento della soglia del 2%. Di certo, l'economia e i mercati subiranno delle conseguenze.

Dal punto di vista economico, il Governatore sottolinea che l'intreccio tra la politica monetaria e fiscale si fa più forte. La pandemia ha in qualche modo responsabilizzato i Governi dell'Eurozona e non accade come nelle crisi passate dove tutto il lavoro di contrasto pesava sulle spalle della Banca Centrale Europea. Oggi, con politiche fiscali di livello e anticicliche si riescono anche ad amplificare gli effetti della politica monetaria per raggiungere i target prefissati.

La direzione presa dalla BCE riduce anche il peso specifico dei falchi all'interno del Consiglio Direttivo, mostrando quella flessibilità che ricalca lo stile della FED e che libera almeno in parte l'istituto dall'austerità che frenava qualsiasi ambizione di crescita. In questo modo, infatti, l'Eurotower potrà continuare il suo atteggiamento accomodante, tranquillizzando i mercati che in un momento come questo sono in preda all'incertezza e all'agitazione.

Christine Lagarde ha precisato che con tassi così bassi, ulteriori tagli non produrrebbero alcun beneficio aggiuntivo, quindi l'unica strada rimane quella dell'allentamento monetario preoccupandosi meno di dover tenere troppo sotto controllo i prezzi.

 

Nuovo target inflazione: la reazione degli esperti

La reazione degli esponenti più rigorosi all'interno della BCE non si è fatta mancare. Il Presidente della  Bundesbank Jens Weidmann ha affermato che Francoforte rischia di diventare un fornitore di servizi per i governi indebitati, se non inasprisce la politica quando l'inflazione è al di sopra del suo obiettivo. Mentre il membro del Comitato Esecutivo, Isabel Schnabel, ritiene che l'inflazione potrebbe salire più rapidamente del previsto, nel qual caso sarebbe discutibile la possibilità di alzare effettivamente i tassi.

Gli analisti rimarcano ormai il cambiamento in atto dell'istituto centrale nell'approccio verso i suoi obiettivi. Carsten Brzeski, analista e responsabile della divisione macro di ING, ha scritto che, con il nuovo target d'inflazione, l'istituto centrale europeo è diventato ancora più colomba, anche se tutto questo non era inatteso. L'esperto sottolinea anche che quella di ieri è la terza modifica che ha impresso la BCE nella sua politica di stabilità dei prezzi, dopo quella del '98 quando fissò il target inferiore al 2%, e quella del 2003 allorché l'obiettivo rimase inferiore ma vicino al 2%.

A giudizio di Christoph Rieger, responsabile della sezione tassi e credito di Commerzbank, la BCE è molto determinata a mantenere una politica accomodante, soprattutto per crearsi un cuscinetto contro il rischio che possa riemergere un periodo più o meno prolungato di bassa inflazione.

 

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