La Bundesbank è la Banca Centrale della Repubblica Federale tedesca e rappresenta il membro più prestigioso del Sistema Europeo delle Banche Centrali. Infatti la Banca Centrale Europea, che ha la sede a Francoforte, è stata costituita ispirandosi proprio all'istituto tedesco.
Bundesbank: origini
Il 26 luglio 1957 nacque la Deutsche Bundesbank, per sostituire la Banca degli Stati tedeschi che operava come istituto pubblico e alla quale si attribuisce l'introduzione del Marco tedesco nel 1948. Fin dalla sua creazione, la Banca ha avuto una principale missione: garantire una stabilità monetaria, facendo diventare la propria valuta solida e affidabile al cospetto delle altre divise internazionali.
La legge interna del '57 ribadì a gran voce che difendere la stabilità del Marco andava oltre ogni altro compito. Questo doveva avvenire attraverso il costante monitoraggio dei tassi d'interesse a breve termine, del tasso ufficiale di sconto e del tasso sulle anticipazioni bancarie.
Diversamente da altri istituti prestigiosi come la FED e la BoE, la Banca Centrale tedesca rifuggiva la gestione della politica fiscale, non ponendosi nemmeno come prestatrice di ultima istanza. Per questo le fu subito concessa una piena autonomia, portando avanti un modello dove alcuni obiettivi che riguardano la dinamica dei prezzi ad esempio esulano dal controllo del Governo.
Con ciò non significa che i Lander vengono totalmente estromessi. I loro rappresentanti infatti possono partecipare alle riunioni del Consiglio Centrale della Banca, però non possono contrastare i processi decisionali dell’organo in questione. In casi estremi, poi, la politica ha avuto la meglio come quando il Cancelliere Helmut Kohl si mise contro la Bundesbank (cosa che provocò le dimissioni del suo Governatore) quando dopo l'unificazione tedesca, impose la parità tra il Marco della Germania Ovest e il Marco della Germania Est.
Bundesbank: la filosofia anti-inflazione
Uno dei punti cardine su cui ruota tutta la linea di pensiero della Banca tedesca è il suo approccio spiccatamente anti-inflazionistico. La cosa ha radici più antiche, che richiamano gli anni '20 quando attraverso il controllo dei prezzi si volevano evitare collassi sociali.
Alla base di tale filosofia c'è il fatto che bassi tassi d'inflazione assicurano costi bassi e competitività, proteggendo i risparmi e gli investimenti. Allo stesso modo una valuta forte mantiene bassi gli oneri del capitale e i costi del lavoro. Questo unito a prezzi contenuti fa stabilizzare i salari, i quali non vengono erosi dalla crescita dei prezzi, e fa mantenere inalterati i consumi.
La cosa assume maggiore valenza se si pensa che la popolazione tedesca tende a invecchiare e ad avere come fonte d'entrata redditi fissi come le pensioni. Giocoforza tenere un sistema in equilibrio dei prezzi diventa prioritario. Il credo di una Bundesbank paladina nella lotta all'inflazione può essere sintetizzato nella frase pronunciata nel 1979 da uno dei suoi Presidenti, Otto Emminger, ossia "L’inflazione dev’essere combattuta, come le dittature, prima che si sia radicata".
Bundesbank: croce e delizia per la BCE
L'introduzione dell'Euro e la nascita della Banca Centrale Europea rappresentano uno spartiacque importante per l'istituto tedesco. Le resistenze del passaggio di moneta sono state superate non senza patemi d'animo, ma nei primi anni di convivenza tra le due Banche Centrali non si sono segnalati attriti di rilievo.
Questo grazie a un autentico transfert da parte della Bundesbank della cultura della stabilità di cui i vari Governatori dell'Eurotower si sono fatti portatori. In maniera particolare Jean-Claude Trichet, il quale si definiva il più tedesco dei francesi e adottava una politica dei tassi e di circolazione monetaria mirata al rigore.
Le cose sono cambiate quando nel 2011 è scoppiata la crisi dei debiti sovrani e alla guida della BCE è arrivato Mario Draghi. A quel punto, dopo lo storico "whatever it takes" e il lancio del Quantitative Easing, si è creata una contrapposizione netta tra l'istituto centrale europeo e la Banca tedesca. Quest'ultima ha appoggiato il ricorso avanzato presso la Corte Costituzionale tedesca dai più strenui oppositori della politica ultra accomodante della BCE.
Il Governatore Jens Weidmann ha sempre fatto parte del fronte dei falchi all'interno del Board di Francoforte, votando sempre contro le decisioni sui tassi negativi e sugli acquisti di titoli di Stato. Pur rappresentando la minoranza, qualcosa comunque l'inflessibile Presidente della Bundesbank è riuscito ad ottenere, facendo ricadere gran parte dei rischi del Quantitative Easing sulle Banche Centrali nazionali.
Bundesbank: gli organi e i compiti
Il principale organo della Bundesbank è il Consiglio Centrale, che consta di 17 membri, ove sono presenti 9 Presidenti tra gli Stati federali o le banche federali, nominati direttamente dal Cancelliere. Gli altri 8 membri che non fanno parte dell'Ufficio Esecutivo, vengono nominati dai Governi federali.
Al di là di garantire una certa stabilità monetaria e finanziaria, la Banca Centrale tedesca ha compiti di supervisione generale delle banche federali, senza però alcuna intromissione negli affari interni degli istituti di credito. Un altro ruolo di estrema importanza consiste nel controllo della distribuzione e della circolazione fisica della moneta all'interno della Germania.
Con l'introduzione dell'Euro, gran parte della forza decisionale in termini monetari è stata trasferita alla Banca Centrale Europea. Tuttavia la Bundesbank esercita un'influenza ben superiore a quella delle altre Banche centrali dell'Eurozona.