Il cambio Forex EUR/USD testa l'area di supporto compresa tra 1,1700 e 1,1750. I motivi sono vari, ma in primis vi è la politica monetaria della BCE, sempre più simile a quella giapponese con previsioni di rialzo dei tassi di interesse che non si intravedono fino al 2024.
Sarà la Federal Reserve a fare la differenza e credo che al simposio annuale di Jackson Hole in agenda a fine mese la banca centrale USA chiarirà alcuni dubbi che in quest'ultimo periodo stanno intimorendo gli investitori.
Il Governatore della Fed, Jerome Powell non potrà esporsi troppo, ma non potrà nemmeno evitare di dare una sintesi alle tante, forse troppe posizioni personali che stanno emergendo trai funzionai della Banca centrale. La più recente è quella del Vice Presidente Clarida, il quale ha indicato con chiarezza che, raggiunti gli obiettivi di politica monetaria nel 2022, il rialzo dei tassi è scontato nel 2023.
Notizia poco apprezzata da un mercato che nelle ultime settimane ha continuato la sua opera di flattening nella curva dei rendimenti. I tassi decennali sono precipitati da 1,75% a 1,15% mandando un messaggio preciso. Cara Fed, ok per il rialzo, ma non troppo e spostato più in là nel tempo.
Qualcosa non torna comunque. Rimane un mistero del perché oro e attese di inflazione non si muovino in sintonia con i tassi nominali a lunga scadenza. Il metallo giallo avrebbe dovuto guadagnare o l’inflazione ripiegare, invece nulla di tutto ciò è successo, così come il biglietto verde pare trovare non poche difficoltà dai livelli attuali. Osservando il grafico possiamo dare qualche spiegazione tecnica.
Forex, EUR/USD: l'analisi tecnica
C’è una media mobile a 200 giorni che contiene le velleità dei rialzisti. Dalla parte opposta ci sono supporti di medio e lungo termine tra 1,1700-1,1750 che impediscono al biglietto verde di rialzare la testa, e questo vorrebbe dire formalizzare un testa e spalle ribassista che proietterebbe il cambio verso area 1,1000 dollari.
La vera domanda a questo punto è: se EUR/USD violasse con decisione questa soglia tecnica quale sarebbe il motivo? Tassi che in America salgono prima del previsto? Borse in calo e flight to quality? Crollo delle commodities?
Tutte e tre queste domande preluderebbero ad un momento di tensione sui mercati al quale in questo momento (pur non ignorando il fattore agosto) darei poco credito. Giusto però osservare i prezzi e i loro comportamento agendo di conseguenza.
Piazzare quindi un long EUR/USD con incremento delle posizioni fino a 1,1700 può essere una strategia praticabile avendo l’accortezza di rispettare lo stop loss (magari con un reverse della posizione) in maniera rigida e oggettiva.
Se il trading range è destinato a proseguire gain nell’ordine delle tre figure potrebbero essere compatibili con il rischio di implementare una posizione long. Lo stesso vale per una posizione short aperta in caso di breakout al ribasso dove a quel punto gli obiettivi potrebbero essere anche più ambiziosi.