Il mercato sembra aver compiuto un viaggio indietro nel tempo di oltre un anno e mezzo. Per la precisione, EUR/USD sembra essere tornato ad inizio 2020, quando il mercato cominciava ad intuire la crisi cinese legata al Covid che poi si sarebbe allargata a macchia d’olio al resto del mondo. Sempre la Cina potrebbe essere l’epicentro di una crisi che vede il settore immobiliare locale colpito da una serie di problemi nella quale Evergrande forse è solo la punta dell’iceberg.
Pechino si mosse con colpevole ritardo nel 2020 nel tentare di arginare gli effetti nefasti del virus e potrebbe averlo fatto anche nell’affaire Evergrande con le istituzioni finanziarie locali (oltre ai Governi regionali) che potrebbero versare in una difficile situazione di bilancio e liquidità, come le massicce e ripetute iniezioni di liquidità da parte della PBOC confermano.
EUR/USD: il dollaro diventa un porto sicuro
Ad inizio febbraio 2020 furono ben 12 le sedute consecutive di ribasso che spostarono EUR/USD da 1,11 a 1,08. Analogamente nel settembre appena chiuso il cambio è passato da 1,19 a 1,16 in una ricerca di sicurezza nel biglietto verde che probabilmente individua in un momento precedente quello indicato dalla Federal Reserve il momento del rialzo dei tassi di interesse americani.
L’inflazione morde ancora e gli elevati prezzi delle commodity, combinati al persistere di colli di bottiglia nella catena produttiva e da pressioni salariali su tipologie di lavoro che non trovano competenze adeguate, non fanno che aumentare la preoccupazione sui mercati circa le decisioni restrittive anticipate da parte della Banca centrale USA.
L’azionario e l’obbligazionario sono entrati così in fibrillazione, ma è il dollaro l’asset che sembra rappresentare quel porto sicuro verso cui andare anche in prospettiva di rendimenti più alti prossimamente. Unire l’utile a dilettevole verrebbe da dire.
EUR/USD: analisi tecnica e livelli di trading
L’analisi tecnica in tal senso sollecita l’idea di un EUR/USD in caduta fino a 1,10-1,12 nei prossimi periodi. Questo obiettivo diventerebbe realistico in caso di breakout definitivo di 1,16, i minimi di fine 2020, l’ultimo supporto utile per arginare al forza del biglietto verde.
Allargando il grafico notiamo come la figura di testa e spalle ribassista è stata formalizzata proprio con la rottura di area 1,17. L’obiettivo teorico di figura in questi casi si stima tracciando una linea tra l’apice della testa e la linea del collo. Tra le 5 e le 6 figure partendo da 1,17 l’obiettivo teorico potenzialmente raggiungibile.
Il grafico mensile sembra mettere in chiaro ancora di più come l’affondo del biglietto verde sotto la media mobile a 12 mesi potrebbe mettere il dollaro nelle condizioni di accelerare al rialzo. Tecnicamente il mese di settembre si è chiuso con un taglio dall’alto verso il basso del Macd mensile.
L’ultima volta in cui questo segnale si è verificato è stato nell’estate del 2018. Il cambio fornisce quel segnale formalizzato sempre in area 1,17 sarebbe sceso per diversi mesi ancora di quasi 10 figure. Il toro sembra quindi tornato a dominare la scena sul biglietto verde.