Alla vigilia del Consiglio Europeo che si terrà tra oggi e domani, Mario Draghi ha affrontato di fronte alla Camere parlamentari diverse questioni che riguardano temi come la ripresa economica, la pandemia, le vaccinazioni, l'immigrazione e i rapporti di politica estera.
L'argomento che sta tenendo particolarmente banco nel nostro Paese fa riferimento alla ripresa economica, alla luce anche del via libera da parte della Commissione Europea al piano italiano del Recovery Plan. Nel complesso le previsioni sulla nostra economia da parte dell'Organismo Europeo sono confortanti, con una crescita stimata per il 2021 del 4,2%, che diventerà del 4,4% nel 2022.
Gli ultimi dati macro inoltre vertono in tale direzione: la fiducia di imprese e consumatori è in forte aumento, l'indice della produzione industriale è in crescita dell'1,8% rispetto al mese di marzo e le esportazioni sono salite del 7,4% in confronto all'anno scorso.
Draghi: 4 rischi che minacciano la ripresa
Questo quadretto a colori però non fa abbassare la guardia al nostro premier che, pur mantenendo un approccio ottimistico sulle sorti del Paese, individua alcuni rischi che possono insidiare la ripresa economica, oscurandone la crescita. In sintesi, Draghi ravvisa 4 eventi negativi, vediamoli insieme.
La pandemia
La vaccinazione in Italia procede spedita, con una media giornaliera tra 500 e 600 mila inoculazioni. Più della metà degli italiani hanno ricevuto almeno una dose di vaccino e il 28% della popolazione ha completato il ciclo, ma questo per Draghi non è abbastanza. Le varianti sono una minaccia costante e quello che sta accadendo in Gran Bretagna ne è un esempio emblematico.
Per fare in modo che queste non si diffondano velocemente nel nostro Paese rallentando le aperture e ostacolando consumi e investimenti, il Presidente del Consiglio esorta ad accelerare con le somministrazioni di vaccino cercando di mettere al sicuro prima di tutto le fasce più fragili della popolazione.
L'inflazione
La Federal Reserve e la Banca Centrale Europea stanno attenuando le preoccupazioni riguardo il tasso d'inflazione, ribadendo la temporaneità del fenomeno. Anche in questi giorni Jerome Powell non ha perso occasione per sottolineare come la FED continuerà sulla strada degli obiettivi inflazionistici, una volta che gli effetti transitori dei prezzi si faranno sentire meno.
Draghi però mantiene alta l'attenzione, in quanto alcuni segnali di allerta in Europa danno da pensare, dal momento che l'inflazione è diventata a maggio del 2%, in crescita dello 0,4% rispetto al mese di aprile. Se essa non viene tenuta sotto controllo potrà costituire un grave ostacolo per la ripresa e avere implicazioni sulla politica monetaria delle Banche centrali, con il rischio di conseguenti squilibri economici.
Il debito pubblico
Il tema del debito pubblico è particolarmente spinoso per il nostro Paese, avvicinandosi a un rapporto rispetto al PIL del 160%, con una crescita di 18,5 punti nel 2020. Mario Draghi al proposito mette in rilievo due aspetti molto importanti. In primis come il Patto di Stabilità non potrà essere più riproposto nella stessa forma di prima e quindi bisogna ridiscutere all'interno dell'Unione Europea per elaborare una proposta che sia comunemente condivisa.
In questo contesto, le politiche fiscali dei Governi devono continuare a rimanere ancora per un pò espansive, almeno fino a quando tutta l'Europa non sia definitivamente uscita dal tunnel pandemico. Tuttavia, vi è un secondo aspetto che dovrà essere tenuto in considerazione, ovvero il ritorno nel medio-lungo termine a una politica di bilancio improntata sulla prudenza, per lanciare un messaggio al mercato ben preciso evitando un pericoloso rialzo dello spread.
La questione ambientale
Secondo Draghi i cambiamenti climatici possono rappresentare un rischio molto grosso per quelle parti del Paese che non sono adeguatamente attrezzate e che quindi metterebbero a repentaglio la ripresa economica.
Nell'elogiare il lavoro fatto dalla Commissione Europea con la Next Generation EU, il premier spinge a intensificare sempre di più gli sforzi nella direzione di assicurare una certa sostenibilità ambientale per gli anni a venire, come del resto sembra essere nelle intenzioni di tutti.