Le criptovalute continuano a perdere terreno. Nel fine settimana Bitcoin è sceso sotto 35.000 dollari e anche Ethereum, la seconda valuta digitale più importante per capitalizzazione, è stata colpita dalle vendite che l'hanno dirottata a 2.300 dollari.
In questo periodo gli investitori sono preoccupati per il clima di incertezza che aleggia sopra le monete virtuali, tra divieti di grandi potenze come la Cina e pressioni da parte delle varie Authority che spingono per una regolamentazione.
Non mancano tuttavia coloro che continuano imperterriti a sostenere il mondo della blockchain, come Cathie Wood la quale, negli ultimi giorni, ha ribadito ancora una volta che Bitcoin nel tempo arriverà a una quotazione di 500.000 dollari.
Criptovalute: anche la Bank of Ireland si schiera contro
L'ultimo attacco ai token digitali è arrivato da Derville Rowland, uno dei massimi esponenti della Banca centrale d'Irlanda. Il Direttore Generale dell'istituto ha espressamente dichiarato che le criptovalute sono un investimento speculativo e non regolamentato, per cui coloro che mettono denaro in questi asset devono essere consapevoli che potrebbero perdere anche tutto il capitale.
L'osservazione proviene non solo da un'Autorità importante, ma anche da un rappresentante di un dipartimento molto rigido in tema di regolamentazioni. Infatti in Irlanda, molte grandi società finanziarie sono state colpite da pesanti sanzioni per non aver rispettato determinate norme di comportamento.
A luglio Rowland diventerà Presidente del Comitato permanente per la gestione degli Investimenti dell'ESMA, quindi quanto a regolamenti è una personalità che ha gran voce in capitolo. A suo giudizio tutto il settore finanziario ha bisogno di una diversificazione ma anche di una disciplina austera per controllare il rischio e migliorare le prestazioni.
Negli ultimi tempi altre Banche Centrali si sono esposte in maniera netta sull'argomento. Ad esempio la Bank of England ha lanciato un monito ben preciso: gli investitori devono acquistare le criptovalute solo se sono consapevoli che potrebbero vedersi azzerato l'investimento. Nella settimana appena trascorsa anche il Governatore della Bank of Japan, Haruhiko Kuroda, è entrato a gamba tesa sulle monete virtuali sottolineando come l'eccessiva volatilità sia una fonte di grande preoccupazione per il mercato.
Criptovalute: pronta una stretta negli Stati Uniti?
Negli Stati Uniti vi è stata la presa di posizione di Michael Hsu, Direttore dell'Ufficio del Dipartimento del Tesoro che sovrintende alle banche nazionali. Hsu ha messo in luce come sia importante cooperare in modo tale da costruire un perimetro normativo per le criptovalute. A tal proposito, in questo mese c'è stato un primo incontro tra 3 grandi Authority del settore bancario: l'Ufficio di Hsu, la Federal Reserve e la Deposit Insurence Corporation.
L'obiettivo dell'incontro è stato quello di discutere in merito ad alcune idee per affrontare il rischio insito nelle criptovalute e quindi per proteggere l'investitore. Per quanto Hsu sostenga che non sia possibile tornare indietro da alcune innovazioni come quella che riguarda la tecnologia digitale relativa alle criptovalute, ha chiesto di rivedere una decisione dell'Amministrazione Trump che dava una certa fiducia alle società che forniscono servizi di custodia delle monete digitali.
In una testimonianza di fronte al Congresso Hsu aveva espresso una certa preoccupazione, riportando alla memoria le crisi finanziarie generate dall'eccessivo entusiasmo verso l'innovazione bancaria: oggi a suo avviso potrebbe succedere la stessa cosa.
Sebbene quindi gli Stati Uniti non abbiano ancora affrontato il problema in modo rigoroso come avvenuto in Cina, il vento sta sicuramente cambiando. In effetti sono tutte le Autorità del Paese ad essere coinvolte e a ragionare su come proteggere gli investitori.
Gary Gensler, attuale Presidente della Security and Exchange Commission, ha denunciato la scorsa settimana delle lacune nell'ordinamento statunitense, il quale necessiterebbe di una legislazione specifica per stabilire quali Autorità regolatorie debbano esercitare una supervisione delle negoziazioni di criptovalute. Anche perché incombe un altro problema, spesso sottolineato da Janet Yellen, ovvero che la blockchain potrebbe essere un mezzo potentissimo per finanziare traffici illeciti.