La quotazione in Borsa di Robinhood potrà essere un importante banco di prova per misurare il grande entusiasmo attuale dei social investors. La famosa app di trading assegnerà fino al 35% delle azioni al grande pubblico dei piccoli trader, anche come segno di riconoscenza per l'interesse mostrato verso la piattaforma in questi anni. Ovviamente bisogna essere iscritti al sito per avere accesso diretto, ma già questo basta per avere l'idea della grande rivoluzione in atto.
Solitamente le IPO delle società che sbarcano a Wall Street non sono molto generose per gli investitori al dettaglio, dal momento che raramente le azioni a loro riservate hanno superato il 10% del flottante. Se tipicamente le assegnazioni di azioni in IPO sono state sempre appannaggio degli investitori più grandi, qualche sporadica eccezione vi è: nel 2012 in sede di IPO Facebook ha distribuito il 25% dell'equity ai piccoli risparmiatori.
Robinhood: perché sarà un successo dare azioni ai clienti
La ragioni per cui i retailers sono stati spesso esclusi è che gli intermediari che si occupano del collocamento hanno sempre preferito contare sull'affidabilità dei fondi, i quali sono più propensi a
detenere le azioni in portafoglio per un periodo di tempo più lungo. Laddove magari i clienti più poveri risultano maggiormente frenetici e volubili.
Inoltre, finora i tentativi fatti da parte di altre aziende di rivolgersi a un pubblico più ampio non hanno avuto molto successo. Nel 2012, ad esempio, la startup Loyal3 Holdings pensò di offrire ai suoi clienti al dettaglio azioni IPO come Dave&Buster's Entertainment Inc. e AMC Entertainment ma, nonostante furono aperti 200 mila conti d'intermediazione, la cosa si rivelò un flop.
Oggi però i tempi sono più maturi per coinvolgere le masse, grazie proprio allo sviluppo di piattaforme che consentono di unire le forze dei piccoli trader. Un saggio si è avuto con i titoli meme, per capire
appunto quanto l'alleanza tra i partecipanti a un social possa spostare enormemente le quotazioni di un titolo.
La base di utenza di Robinhood è talmente ampia che il pericolo che l'IPO fallisca proprio perché si è deciso di premiare i propri utenti è un'ipotesi alquanto remota. Inoltre, questo è il periodo giusto per
tentare questa strada, visto che la febbre IPO a Wall Street è molto alta. Per dare qualche numero, le società nel 2021 finora hanno venduto oltre 190 miliardi di dollari in azioni proprio nelle Offerte Pubbliche Iniziali, superando già adesso il record di tutto il 2020.
IPO Robinhood: il faro delle Authority
In questa direzione comunque Robinhood si è mossa da un pezzo, concedendo ai propri clienti di partecipare direttamente alle IPO di altre società, con le quali aveva stabilito precisi accordi. L'ultima in
ordine temporale è stata Clear Secure, azienda che si occupa della sicurezza negli aeroporti, la quale ha destinato agli utenti della piattaforma circa l'1% delle sue azioni
In precedenza anche il produttore di divise mediche FIGS ha indirizzato la stessa quota di azioni ai clienti di Robinhood, mentre prossimamente l'app Duolingo, che si occupa dell'apprendimento delle lingue straniere, prevede di collocare una parte dell'equity tramite il social trading quando si quoterà a Wall Street.
In tutto questo nasce però una questione legata al rischio e alla conseguente informativa che Robinhood deve diffondere ai suoi clienti. Le Autorità regolatorie sono abbastanza intransigenti ed esercitano pressioni costanti sull'azienda affinché i consumatori siano perfettamente consapevoli del rischio incorso nella partecipazione a un'IPO e soprattutto siano nelle condizioni di poterlo correre.
A tal riguardo, Robinhood ha appena accettato di pagare 70 milioni di dollari per risolvere una causa che vedeva l'Authority lanciare un'accusa verso l'intermediario di aver consentito strategie di trading rischiose a investitori non idonei.