I rialzi di Wall Street che ci sono stati in questa settimana come vanno interpretati? Innanzitutto bisogna dire che alcune fiammate che si sono viste hanno uno stretto legame con quelli che sono gli sviluppi relativi alla guerra Russia-Ucraina. Infatti, non appena si è intravista un'apertura da parte di Mosca affinché i colloqui di pace potessero portare a un esito positivo, gli indici azionari sono rimbalzati energicamente.
Il problema è che l'incertezza in questo momento è tanta e si registra un'altalena di umori che probabilmente dominerà la scena ancora per tanto tempo. A meno che non avvenga che domani le forze nemiche in questo conflitto trovino un accordo dimenticando gli attriti del passato, il che avrebbe del miracoloso. In verità l'impressione è che le posizioni siano ancora lontane e tutto il processo di avvicinamento proceda a piccolissimi passi, mentre si contano i morti di una guerra scriteriata e sanguinosa.
L'ondata positiva a Wall Street è arrivata anche dalla Cina, nel momento in cui le Autorità governative hanno espresso sostegno nei confronti delle società cinesi quotate nella Borsa americana, dopo averle martoriate per un anno e mezzo. Ma anche qui si attendono sviluppi, al di là dell'euforia del momento, perché ancora il piano di prosperità comune di Xi Jinping non è detto che sia definito e per la verità mantiene molti aspetti che appaiono sfumati.
Wall Street: la storia mostra un salto in primavera
L'andamento della Borsa USA però ha i suoi cicli e, se la storia ha un valore, alcune indicazioni sono da prendere in considerazione. Un'analisi di Barry Bannister, chief equity strategist presso la banca d'investimento Stifel, mette in luce come dal 1950 l'S&P 500 si comporti meglio nel periodo che va da 1° novembre al 30 aprile e meno bene in quello compreso tra il 1° maggio e il 31 ottobre.
Sulla base dei dati storici, l'indice statunitense dovrebbe arrivare a 4.607 punti entro la fine di aprile e uno dei catalizzatori del rialzo potrebbe essere proprio la risoluzione diplomatica della guerra Russia-Ucraina, secondo Bannister. L'accordo di pace infatti ridurrebbe la probabilità delle sanzioni che colpiscono il petrolio russo, aumenterebbe l'offerta del greggio e quella del gas, evitando che una crisi energetica possa impattare negativamente anche sulla crescita economica.
Tutto ciò però potrebbe essere di breve durata per alcune motivazioni. La Federal Reserve ha già effettuato il primo aumento dei tassi d'interesse e nel corso dell'anno ne effettuerà ben 7 portando il tasso ufficiale di sconto almeno all'1,75%. Questo, unito alle possibili ricadute sul versante del conflitto nell'Est Europa, potrebbe incidere in maniera negativa sulla crescita.
Inoltre vi è una correlazione storica molto stretta tra l'indice dei responsabili degli acquisti dell'Institute For Supply Chain Management e l'andamento dell'S&P 500. Quanto più diminuisce tale indice, tanto più ciò ha delle ripercussioni al ribasso sul benchmark azionario.
Le ultime rilevazioni hanno già mostrato un rallentamento della crescita e, se si dovessero confermare, subito dopo aprile avremmo un S&P 500 sotto 4.400 punti considerando la correlazione storica, ben al di sotto delle proiezioni di Bannister di 4.607 punti.