Una delle principali domande che gli investitori si stanno ponendo in questo momento è cosa farà la Borsa americana nel 2022. O meglio, se sarà in grado di continuare l'eccezionale performance sostenuta quest'anno, alla luce di parecchie nubi che si stanno addensando all'orizzonte.
Il cambiamento di politica monetaria da parte della Federal Reserve, più orientata adesso a una stretta, e l'avanzata della variante Omicron del Covid-19 che rischia di frenare la ripresa economica, danno motivi di inquietudine al mercato, che sta sperimentando in questo periodo una volatilità inusuale nel periodo post-pandemico. Questa è una dimostrazione del fatto che l'incertezza è tanta e che potrebbe anche riflettersi in una flessione delle quotazioni azionarie per l'anno prossimo.
Credit Suisse: S&P 500 a 5.200 nel 2022
Gli strateghi di Credit Suisse invece manifestano una certa positività prevedendo una crescita del 10% dell'indice S&P 500 a 5.200 punti. Le stime della banca svizzera sono state aumentate rispetto alle ultime che davano il principale indicatore americano a 5.000 punti nel 2022. Il motivo di un più marcato ottimismo deriverebbe da multipli in linea con i livelli attuali ma con uno slancio degli utili, dove gli EPS previsti per il 2023 sarebbero di 255 dollari per azione, in aumento rispetto ai 250 dollari pronosticati in precedenza.
Per gli analisti dell'istituto finanziario tutto ciò è possibile perché alla fine i rendimenti obbligazionari rimarranno bassi, nonostante i piani di tapering della Banca Centrale americana. Il Treasury Bond a 10 anni attualmente rende l'1,5%, al di sotto del tasso di inflazione annuale per lo stesso periodo di tempo. Questo significa che i rendimenti reali rimangono negativi, il che favorisce l'acquisto di assets a rischio come le azioni.
Per avvalorare le previsioni di Credit Suisse è necessario che gli EPS trimestrali battano le stime del mercato, cosa che per giunta è avvenuta sistematicamente negli ultimi trimestri di quest'anno di una quota che va da 10% al 20%. Una cosa ragionevole, per la banca, perché gli analisti finora sono stati molto prudenti in considerazione del fatto che in un contesto pandemico spesso la domanda e le vendite sono tornate indietro. Al momento comunque l'istituto guidato da Thomas Gottstein stima l'EPS 2023 dell'indice S&P 500 del 5% in più rispetto a quanto non facciano gli analisti in generale.
S&P 500: attenzione ai rendimenti obbligazionari
Altre banche d'affari non sono così possibiliste come Credit Suisse. Gli analisti di Citigroup ad esempio vedono l'indice guadagnare per il prossimo anno solo il 4,5%, la metà rispetto ai guadagni medi storici del 9% annuale del paniere. Gli strateghi di Morgan Stanley stimano addirittura una perdita del 6% alla fine del 2022, per via di multipli che scenderebbero a 18 volte gli utili attesi, in confronto alle 21,2 volte attuali.
La banca americana imputa il possibile calo delle quotazioni a rendimenti obbligazionari che saranno più elevati di adesso, perché la Federal Reserve sta riducendo la quantità di titoli acquistati sul mercato ogni mese in base al tapering avviato a novembre; di conseguenza il prezzo dei bond tende a scendere con il rialzo dei rendimenti. Questo comporta che i flussi reddituali delle azioni saranno meno preziosi al valore attuale, penalizzando in tal modo le quotazioni in Borsa.