Ieri Wall Street è rimasta chiusa per il Labor Day statunitense. La festa che si rifà al movimento operaio del diciannovesimo secolo è storicamente un'occasione per lo shopping, anche perché coincide con il periodo della riapertura delle scuole negli USA. Quest'anno gli acquisti nei negozi sono proceduti però con il freno a mano tirato per via del riacutizzarsi del virus.
Ad ogni modo la giornata di ieri è stata un'occasione per riflettere su quanto sta succedendo nei mercati finanziari. La Borsa americana ha aggiornato ancora una volta i massimi storici nell'ultima seduta di venerdì, trainata in particolar modo dai titoli tecnologici che hanno proiettato il NASDAQ 100 a 15.363,50 punti.
Wall Street: perché le azioni stanno salendo?
Gli investitori si sono fiondati sulle azioni tech dopo il rilascio dei dati sull'occupazione americana. Il mercato del lavoro ha nettamente deluso le attese degli analisti, che si aspettavano la creazione di 750 mila nuovi assunti e se ne sono ritrovati appena 235 mila.
La variante Delta ha colpito ancora una volta al cuore l'economia a stelle e strisce facendo ripiombare l'opinione pubblica nell'incertezza riguardo il rilancio delle attività produttive. Ma allora perché le Borse sono salite? Tutto è da ricondurre un pò per paradosso alla politica della Federal Reserve. Ciò che teme realmente il mercato è che Jerome Powell possa interrompere anzitempo gli stimoli monetari attraverso il rialzo dei tassi.
Il numero uno della Fed tuttavia ha sempre posto come condizione la ripresa del mercato del lavoro in maniera stabile e duratura. Questi dati occupazionali non danno un minimo di garanzia, pertanto lo spauracchio dell'aumento del costo del denaro per il momento sembra allontanarsi. Tutto ciò avvantaggia in modo speciale i titoli delle società che investono sulla crescita, poiché queste ultime possono finanziarsi a costi più bassi per sostenere gli investimenti. Ecco perché il NASDAQ ha spiccato il volo venerdì scorso.
Wall Street: cosa succede in Borsa dopo il Labor Day
Adesso cosa succederà dopo la pausa? Storicamente settembre non è mai stato un mese molto gratificante per gli azionisti. Dal 1928 a oggi il rendimento medio dell'S&P 500 in questo mese è stato di una perdita appena sotto l'1%. C'è da dire però che, ogni volta che nei primi 6 mesi dell'anno il principale indice americano è cresciuto di oltre il 13% come quest'anno, settembre ha visto un guadagno in media dell'1,4%.
In questo contesto, il 63% delle volte il mese ha chiuso in positivo, mentre in genere il 54% delle volte si è avuta una perdita. Inoltre, in base a uno studio di Wells Fargo, dal 1990 quando i primi 8 mesi dell'anno vi è un guadagno a 2 cifre, in media l'indice sale di un altro 8% alla fine dell'anno.
La settimana della Festa dei lavoratori non riserva solitamente grandi guadagni, anzi. L'anno scorso, l'S&P 500 è crollato del 2,51%, realizzando la peggiore performance della settimana Labor Day dal 2008, anno in cui scese del 3,2%. Sarà così anche stavolta?