Il mercato azionario statunitense è caduto nuovamente e si avvicina pericolosamente alla soglia critica che delinea un trend ribassista. Almeno per quel che riguarda l'indice S&P 500, che dal picco di gennaio a 4.818 punti è scivolato del 17% a 3.941 punti. Un mercato ribassista è tale quando supera la soglia di un calo del 20%. I dati storici dimostrano che, quando ciò accade, quasi sempre si verificano vendite per un periodo di tempo abbastanza lungo.
Le prospettive per quest'anno non fanno pensare il contrario, perché la
Federal Reserve è intenzionata a proseguire la sua politica monetaria estremamente aggressiva nel tentativo di acciuffare un'inflazione che sta scappando velocemente. Da marzo 2022 la Banca Centrale americana ha alzato già 2 volte i tassi d'interesse di un totale di 75 punti base e si accinge ad altri 2 rialzi di mezzo punto percentuale per volta negli incontri ufficiali di giugno e luglio.
A corredo, una situazione generale che desta più di una preoccupazione, con la guerra Russia-Ucraina che è lontana dalla fine, le aziende che continuano a soffrire i costi alti delle materie prime e i vincoli alla catena di approvvigionamento, che andranno a impattare sugli aziendali, e la Cina che con la politica zero Covid sta mostrando segni evidenti di rallentamento nella crescita.
Wall Street: ecco quando saranno finiti i ribassi
Gli investitori tuttavia maturano sempre l'illusione che ogni rimbalzo azionario decreti la fine delle vendite e l'inizio di un nuovo ciclo rialzista, trascurando il quadro di fondo che non è dei migliori. Lo stesso è accaduto questa settimana, dopo che lunedì l'S&P 500 era salito dell'1,9%. Ieri puntualmente il ritorno alla realtà, con l'ennesima perdita di quest'anno. Quindi, come è possibile orientarsi di fronte a un mercato che non lascia certezze? Vi sono in realtà 4 segnali che possono far pensare che si sia toccato il fondo.
Il primo consiste nell'ipervenduto. Questo lo si vede ad esempio dall'oscillatore stocastico, che mette a confronto il prezzo di chiusura di un asset con i suoi massimi e minimi recenti in un determinato intervallo di tempo. Il 26 aprile il parametro ha toccato il livello più basso dal 2018 a 14 giorni per l'S&P 500. Ciò ha rappresentato sicuramente un segno estremo, ma occorre valutare altri indizi, come il fatto che l'indice azionario è sceso per 7 settimane consecutive, registrando la quarta serie più lunga che si sia mai vista.
Il secondo segnale lo si vede dal rimbalzo. L'entità di quest'ultimo e la durata fanno capire se in un mercato in declino si stia preparando o meno un'inversione di tendenza. Finora non sono giunti input in tale direzione. Il terzo segnale sta nei nuovi minimi. Quando un mercato testa livelli più bassi occorre vedere quanto le medie di prezzo si collocano al di sopra di tali minimi e se i volumi sono in aumento o in diminuzione. Solitamente quando i prezzi sono vicini ai minimi con volumi in discesa questo è un buon segno.
Il quarto indizio si ha nell'ampiezza del mercato, ossia di quanto è alta la percentuale di rialzo delle azioni in crescita rispetto alla percentuale di ribasso di quelle in discesa. Quanto più il divario diventa positivo, tanto maggiore è la probabilità che il fondo sia vicino.