La banca centrale svedese la settiman,a scorsa ha aumentato i tassi di interesse di 50 punti base portandoli al 3% come da attese. Il dato sull’inflazione di dicembre del 12,3%, rispetto all'11,5% di novembre, ha riacceso i timori di una spinta inflazionistica ancora non domata; questo ha portato la banca centrale ad agire come da previsione usando però un tono decisamente più "hawkish". Il target del 2% di inflazione è lontano, ma soprattutto i prezzi al consumo stanno accelerando e questo per una banca centrale che ha fatto molto rispetto al tasso sottozero di qualche mese fa è fonte di problemi nella gestione di una dinamica che anche in Australia, Nuova Zelanda e Messico sta riprendendo vigore.
I mercati si sono precipitati a comprare SEK dopo aver preso consapevolezza di un cambio di tono da parte di Stoccolma. L’inflazione è troppo alta e continua a salire, ha detto la Riksbank. E così il Quantitative Tightening, la riduzione negli acquisti di titoli obbligazionari, ad aprile sarà ancora più intensa, i tassi di interesse saliranno ancora, ma soprattutto non piace alla Riksbank una valuta che indebolendosi così tanto vanifica il lavoro fatto finora dall’autorità monetaria. La risolutezza con la quale si è messo l’accento proprio sulla forza del cambio fa pensare che quello visto sulla SEK è un minimo destinato a durare a lungo. Un minimo storico comunque non troppo lontano contro euro come vedremo tra poco.
Una politica monetaria più stringente presenta però un effetto collaterale. L’economia già in rallentamento frenerà ancora di più. I dati Pmi manifatturieri di dicembre sono usciti ampiamente sotto la linea dei 50 punti con le sotto componenti nuovi ordini, produzione ed esportazione inferiori a 47.
EUR/SEK: focus su quota 11,5
Andando direttamente all’analisi tecnica, diversi indizi facevano propendere per il raggiungimento di un massimo di spessore e la frase della banca centrale sul valore desiderabile di una corona più forte nei prossimi mesi è stata la classica scintilla che ha fatto esplodere il mercato.
EUR/SEK è salito sopra i top del 2020 e ad un passo da quelli del 2009. La barriera di 11,5 già nel 1996 aveva contenuto la debolezza della SEK ma con il bearish engulfing pattern settimanale dovremmo aver avuto un’adeguata e formale conferma che questa è la linea nella sabbia.
A questo punto si guarda ai primi supporti per comprendere quando e se sarà il caso di incrementare le posizioni short di EUR/SEK. Il primo scoglio si chiama up trend line che sale da agosto 2021. Linea di tendenza in transito attorno a quota 11/11,1; già scendere sotto questo livello sarebbe un segnale forte. Esiste a dire il vero anche un supporto in zona 10,9 (massimi di marzo 2022), ma sotto quel livello dovrebbe essere tutto ribasso per EUR/SEK fino a 10. Quindi la strategia per chi è già lungo di SEK è quella di mantenere. Incrementando lo short EUR/SEK sotto 10,9. Per chi ancora dovesse entrare consigliamo di attendere un rimbalzo verso l’alto per sperare in una condizione di ingresso più favorevole e dalle prospettive di rendimento maggiori. Già zona 11,25/11,3 potrebbe essere considerata zona di ingresso short EUR/SEK.