Oggi Wall Street rimane chiusa per il Martin Luther King Day e gli investitori hanno modo di riposizionare il portafoglio e rivedere le strategie. Tra due giorni arriverà il giuramento di Joe Biden alla Casa Bianca e da allora molte cose potrebbero cambiare.
Intanto un altro evento ha scosso l'interesse del mercato, con riferimento soprattutto all'andamento del Dollaro USA. Janet Yellen, probabile prossimo Segretario al Tesoro americano, testimonierà domani al Congresso circa la posizione che il Governo intende assumere nei confronti della valuta americana e del suo possibile indebolimento.
L'interesse è elevato anche e soprattutto perché, come riferito da fonti vicine all'ex Governatore della FED, ci potrebbe essere un cambio radicale di atteggiamento rispetto alla precedente Amministrazione.
Janet Yellen: la debolezza del Dollaro non sarà un problema
Da maggio del 2020, il Dollaro USA ha cominciato via via a perdere terreno nei confronti di tutte le principali valute. La grande crescita dell'economia americana, suggellata dal raggiungimento della piena occupazione, è stata soppiantata dall'arrivo della pandemia che ha riportato il Paese nell'incubo della crisi e della recessione.
Da lì il biglietto verde ha cominciato a soffrire e, nonostante alcuni segnali di ripresa dall'inizio del 2021, gli investitori sono scettici sul fatto che possa rialzare la testa. Almeno finché il Covid-19 continua a seminare vittime e contagi.
Se questo per Donald Trump non avrebbe rappresentato mai un problema, nemmeno durante il periodo di massimo fulgore dell'economia statunitense, per la nuova Amministrazione un Dollaro debole potrebbe essere una vera manna nell'ottica di un'economia che ha bisogno di rialzarsi.
Quale sarà l'atteggiamento del Governo americano? Secondo indiscrezioni, la Yellen davanti alla platea di Capitol Hill assurgerà al principio che dovranno essere i mercati a determinare il valore delle valute, i quali riflettono gli aggiustamenti dell'economia globale. Di conseguenza è da aspettarsi che gli Stati Uniti non cercheranno di indebolire il Dollaro operando sottotraccia per ottenere un vantaggio competitivo.
Sono poche le volte che il Tesoro è intervenuto sui mercati valutari per condizionare il valore della divisa locale. Negli ultimi decenni se ne contano 3 e sempre in condizioni di mercato particolari: 1998, 2000 e 2011. Solo negli anni '70 e '80 le Amministrazioni alla Casa Bianca entravano in merito all'argomento valutario in maniera regolare e in via occasionale si adoperavano con qualche manovra di aggiustamento.
Dalla Presidenza Clinton in poi si è lasciata al Governatore della FED l'esclusiva di commentare sulle dinamiche monetarie ed eventualmente di entrare in azione. Quantomeno fino all'arrivo a Washington di Donald Trump, che ha iniziato una strenua battaglia contro il Dollaro forte alimentando spesso frizioni con il numero uno della Banca Centrale, Jerome Powell.
Dollaro USA: è da attendersi un periodo di vendite?
Cosa dovremo aspettarci nei prossimi mesi con riferimento al biglietto verde? È indubbio che se il Dollaro si rafforza, l'economia a stelle e strisce pagherà qualcosa nei rapporti con l'estero.
Non solo riguardo al vantaggio competitivo che i produttori americani non avrebbero, ma anche per quanto attiene ai guadagni delle multinazionali USA all'estero che sarebbero ridotti, nel momento della conversione dei profitti in dollari.
Per queste ragioni negli ultimi anni sia Repubblicani che Democratici hanno chiesto a più riprese un'azione per impedire un eccessivo rafforzamento valutario, in particolar modo quando la FED stava cominciando ad alzare i tassi d'interesse.
In virtù di ciò è da attendersi che, finché la divisa USA si manterrà su livelli bassi, la si lascerà andare senza patemi d'animo. In caso contrario è lecito aspettarsi quantomeno qualche forma di pressione nei confronti della Banca centrale.
Considerato che i tassi rimarranno ancora bassi fino al 2024, grossi rischi all'orizzonte di rafforzamento non dovrebbero vedersi. Moh Siong Sim, analista della Bank of Singapore, è convinto che il Segretario del Tesoro tralascerà per il momento le questioni relative al Dollaro e ai mercati finanziari in genere, in quanto il suo principale scopo è quello di attuare gli sgravi fiscali per rilanciare la ripresa economica.