A pochi giorni dall'insediamento di Joe Biden alla Casa Bianca ma soprattutto del primo meeting dell’anno della FED, il Dollaro riguadagna un po’ di terreno. Le motivazioni sono anche di natura tecnica come ampiamente commentato nel recente articolo dedicato al Dollar Index.
Le ultime sedute hanno poi visto un rialzo piuttosto deciso dei titoli di Stato americani a 10 anni che a grandi passi si stanno avvicinando alla riunione della Federal Reserve con rendimenti prossimi all'1,2%. Salgono le aspettative di inflazione e tutto l’incremento sui tassi è legato a questo sul timore che la Banca centrale possa decidere di allentare il controllo sui tassi a lunga se non addirittura preparare i mercati ad un processo di tapering.
Le ultime ore della Presidenza Trump sono però caratterizzate anche da nuove tensioni con la Cina. L’oggetto del contendere è Taiwan, con la visita dell’ambasciatore americano all’ONU di questa settimana vista come vera e propria provocazione da parte di Pechino.
Non credo comunque che la situazione di tensione geopolitica su Hong Kong ed anche Taiwan si risolverà con la presidenza Biden. Ormai Pechino ha messo nel mirino i due Paesi e le loro autonomia, con le tensioni con le Nazioni occidentali che saranno sempre più frequenti.
Con una ripresa economica decisamente più veloce grazie al contenimento del Covid-19, la Cina sta comunque vivendo una fase di bassissima inflazione. I prezzi al consumo di novembre sono saliti dello 0,2%, quelli alla produzione hanno invece continuato la loro picchiata in territorio negativo (-0,4% dopo il -1,5% di ottobre).
USD/CNY: analisi tecnica e strategie operative
Gli stimoli monetari rimangono vivi e vegeti nell'ex Impero Celeste ma nonostante questo la valuta cinese ha vissuto un eccezionale rafforzamento contro dollaro. Come si vede dal grafico, il picco di 7,2 di maggio ha dato il via ad una discesa ininterrotta fino ad oggi con la formalizzazione di doppio massimo a settembre con il break di 6,85.
Raggiunto l’obiettivo di 6,5 il mercato sta cominciando ad interrogarsi su quale potrà essere il futuro dello Yuan. Unendo i minimi del cambio del 2014 con quelli del 2018 arriviamo a 6,40, dove ci troviamo ora. Un supporto a mio modo di vedere chiave che potrebbe, come indica anche il Dollar Index, scatenare una reazione del biglietto verde.
Alleggerire quindi in profitto le posizioni aperte sulla divisa cinese potrebbe essere opportuno a questo punto alla luce del dilagante ipervenduto raggiunto su scala settimanale. Uno sfondamento verso il basso di 6.4 al contrario sarebbe un segnale particolarmente preoccupante per il dollaro che a quel punto sarebbe destinato ad una stagione molto negativa.