L'
EUR/USD è sceso drasticamente dalla giornata di ieri perdendo circa l'1,5% del suo valore, dopo che la
Federal Reserve ha effettuato il terzo aumento consecutivo di 0,75 punti percentuali dei tassi d'interesse. Il segnale più preoccupante che è arrivato dalla Banca Centrale americana, però, è che l'istituto ha confermato, senza dare spazio al minimo dubbio, la prosecuzione di una politica monetaria aggressiva.
Nella conferenza stampa che fa da corollario alla due giorni di riunione del
FOMC, il Governatore
Jerome Powell ha detto che
non c'è un modo indolore per abbassare l'inflazione, facendo capire che una recessione più o meno grave negli Stati Uniti sarà inevitabile. Il messaggio ha una tonalità diversa rispetto a quello di luglio, quando il 69enne di Washington aveva fatto capire che l'inflazione potesse essere domata senza per forza portare il Paese in contrazione economica.
Svanite le speranze degli investitori su una Fed un po' più accomodante, la logica conseguenza sul mercato valutario è stata di un acquisto massiccio di dollari che ha fatto scivolare il cambio EUR/USD fino a 0,98.
Euro: il rischio energetico per l'inverno
La moneta unica rimane depressa perché in Europa impazza una crisi energetica devastante e che rischia di acuirsi in un inverno che si preannuncia tormentato. Ieri il Presidente russo Vladimir Putin ha mobilitato 300 mila riservisti, lanciando un chiaro segnale che la guerra in Ucraina potrebbe estendersi.
Questo è un cattivo messaggio per l'Europa, in quanto potrebbe essere il prologo di una chiusura totale delle forniture di gas, che metterebbe a repentaglio il soddisfacimento del fabbisogno energetico per l'inverno. Di conseguenza, la Regione potrebbe essere costretta a razionare i consumi, mettendo in difficoltà famiglie e imprese e preparando così il terreno per una recessione devastante.
La cosa più grave è che
la Banca Centrale Europea non potrà fare molto per evitare il peggio, in quanto ha già fatto sapere che dovrà aumentare i tassi d'interesse in maniera decisa per far abbassare l'inflazione. È ragionevole pensare, quindi, che i prossimi mesi saranno particolarmente tribolati per l'euro e non sono escluse affatto altre perdite di posizione importanti nei confronti del dollaro americano. Tutto questo al netto di quanto sia stato già scontato dal mercato.
EUR/USD: per JP Morgan non è da comprare ora
In definitiva, bisogna stare lontani dagli acquisti di EUR/USD oppure i prezzi molto bassi potrebbero far azzardare un'entrata a mercato? Secondo gli analisti di JP Morgan, a livello di fondamentali, l'euro si presenta particolarmente conveniente. Tuttavia, la crescita dei prezzi energetici rende la valuta unica ancora poco appetibile per un investimento.
Gli esperti sottolineano come da fine agosto i prezzi del gas abbiano cominciato a calare, ma non è possibile determinare quanto sia sostenibile tale tendenza, dal momento che l'inverno si avvicina e le difficoltà dell'Europa potrebbero indebolire ulteriormente l'euro.
A bilanciare la situazione potrebbe esserci il fatto che la differenza tra i tassi Fed e BCE potrebbe assottigliarsi, dal momento che la Banca Centrale americana avrebbe margini sufficienti per ridurre il costo del denaro nel caso l'economia dovesse rallentare. A differenza dell'Eurotower, che potrebbe trovarsi a lungo nell'estrema necessità di raffreddare l'inflazione. Per la banca d'affari americana, "un simile sviluppo andrebbe a vantaggio della moneta unica".