A differenza dei cugini norvegesi, per gli svedesi la crisi dell’energia innescata dal balzo incredibile del prezzo di gas e petrolio sta portando (e porterà) effetti negativi in questo ultimo scampolo di 2022 e nella prima parte del 2023. Per una nazione non estrattrice di commodity come la Svezia, il danno è alto e amplificato dalle strozzature alle forniture di componentisca di alto livello tecnologico, che in questo Paese si stanno facendo sentire più che altrove.
Gli analisti prevedono per la Svezia una recessione soft nel 2023 innescata da un mix tossico di rialzo nel costo del denaro e difficoltà nell’aumentare la produttività.
Svezia: la Riksbank pronta a nuove strette
L’aumento dei tassi è necessario a contenere un’inflazione che anche l'anno prossimo si confermerà sopra al 4%. Il rialzo di 100 punti base messo in campo ieri dalla Banca centrale, la Riksbank, rappresenta la stretta maggiore dal 1990. Come effetto collaterale avremo ovviamente un rallentamento dei consumi e soprattutto un calo in doppia cifra per uno dei mercati immobiliari più "caldi" del mondo assieme a quelli di Canada, Australia e Nuova Zelanda.
Dalla produttività non arriverà un gran contributo alla crescita. La disoccupazione è vero che è sopra al 7%, ma la difficoltà per le imprese nel trovare lavoratori è arrivata ad un livello che non si vedeva dal 1996. E questa potrebbe rappresentare ulteriore benzina sul fuoco dell’inflazione. Inflazione che proprio la scorsa settimana ha fatto segnare un deciso aumento al 9,8%, rispetto al 9,6% atteso e all'8,5% di luglio. Il dato core depurato dall’energia è balzato al 6,8%.
Il prossimo meeting della banca centrale è previsto il 24 novembre e la stretta sui tassi dovrebbe attestarsi a 50 punti base. Poi altri 25 punti base a febbraio.
Corona svedese sotto pressione
Il mercato sembra non essere particolarmente entusiasta di possedere corone svedesi, almeno in questo momento. Il cosiddetto "rate path" della Riksbank non è cambiato e questo ha deluso gli investitori che si aspettano un approccio più aggressivo.
Il cambio EurSek ha assunto una conformazione tipica da ripartenza del bull market. Dopo una trappola per orsi scattata in agosto, l'EurSek ha ripreso la sua marcia rialzista e martedì ha violato il tetto di resistenza che a questo punto apre le porte ad un prolungato periodo di uptrend.
I massimi del 2022 a prezzi decrescenti si sono alternati a minimi crescenti e questo ha generato un triangolo che di solito in analisi tecnica è propedeutico ad una ripresa del trend dominante. La decisione della banca centrale ha fatto quindi da market movers con il superamento di 10,75 prima e 10,90 poi che aprirebbe definitivamente le porte ai massimi del 2020. In questo momento da preferire il trade long EurSek.