In controtendenza rispetto alle altre banche centrali, la Bank of Canada ha annunciato di aver messo in pausa la politica monetaria restrittiva. A causa dell’elevato livello di debito privato, ingigantito dalla bolla immobiliare che ha caratterizzato gli ultimi anni, l’economia del Paese è decisamente sensibile all'andamento dei tassi di interesse (e quindi maggiormente reattiva alle decisioni di politica monetaria).
Il rapido deterioramento del contesto macroeconomico innescato dalla crescita dei tassi, che tra marzo 2022 e gennaio 2023 sono stati alzati del 4,25%, ha portato ad un forte rallentamento dell’inflazione, scesa a gennaio al 5,9%, ma anche ad un Prodotto interno lordo che a dicembre 2022 ha messo a segno un calo mensile dello 0,1% (nel quarto trimestre il dato non ha registrato variazioni congiunturali, contro il +2,3% del Q3).
L’approccio della BoC ha finito per indebolire il dollaro canadese in un momento in cui i rappresentanti delle altre maggiori banche centrali fanno a gara nel fornire indicazioni da falco. La scorsa settimana il n.1 della Federal Reserve, Jerome Powell, ha gelato gli operatori mostrandosi più “hawkish” del previsto mentre questa settimana è la volta del meeting della BCE.
Già nel corso della riunione di febbraio, l’istituto guidato da Christine Lagarde ha fatto sapere che anche giovedì assisteremo ad una stretta da 50 punti base e negli ultimi giorni il n.1 della Bundesbank, Joachim Nagel, ha chiesto un approccio più deciso per abbattere un’inflazione che sembrerebbe aver voglia di radicarsi. In linea la view che arriva dall’Austria, dove il chairman Robert Holzmann ha avanzato l’ipotesi di strette da 50 punti base nei prossimi 4 meeting.
EUR/CAD: ci attendiamo un ritorno in area 1,5 C$
Fatte queste premesse, il cambio EUR/CAD sembrerebbe aver tutte le carte in regola per confermare l’attuale impostazione rialzista. Superato il livello chiave degli 1,46 C$, la coppia valutaria potrebbe riportarsi, per la prima volta da settembre 2021, in quota 1,5 prima ed a 1,52 poi.
In un’ottica di breve termine, si potrebbe puntare ad un ingresso di poco sotto i livelli attuali da 1,47 con target fissato a 1,498 e, per gli investitori più ambiziosi, a 1,509. Un livello di stop adeguato potrebbe essere rappresentato dagli 1,437 dollari canadesi. Chi invece volesse puntare su orizzonti temporali più estesi, un possibile obiettivo può essere fissato a 1,535.
Al ribasso, a sostenere i corsi c’è prima il livello di 1,46 C$, che qualche seduta fa è stato rotto per la prima volta dallo scorso mese di febbraio, poi troviamo l’accoppiata formata prima da 1,45 e poi a 1,425 C$.
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