Come saprete ad oggi la maggior parte degli scambi internazionali, come quelli in materie prime per esempio, avvengono in Dollari, anche se lo scambio in questione è totalmente svincolato dalla presenza degli Stati Uniti. Se l’Italia compra un barile di petrolio dall’Arabia Saudita per esempio, ad oggi non paga né in Euro, la valuta europea, né in Riyal, la moneta saudita, ma bensì in Dollari.
Questo rende la moneta statunitense molto forte, e fa sì che venga considerata come bene rifugio: non mancano infatti gli esempi in cui in una nazione, a causa della spirale inflattiva, vengano rifiutati i pagamenti nella valuta locale in favore di quelli in Dollari, che favorisce una stabilità maggiore. Pensiamo agli esempi di Venezuela e Argentina.
Ma la forza del dollaro americano non si deve solo ed esclusivamente alla forza dell’economia americana, ma anche a patti ed accordi storici stabiliti tra le potenze mondiali, con lo scopo di istituire una politica monetaria comune.
Accordi di Bretton Woods
Nel 1944 con gli accordi di Bretton Woods 44 nazioni stabilirono il Dollaro come la moneta di riserva globale. Le 44 potenze si accordarono per un sistema monetario ancorato al valore del Dollaro. Le monete dei vari stati avrebbero rispettato un cambio fisso con la moneta statunitense, che a sua volta era ancorata al valore dell’oro. La convertibilità del Dollaro in oro era stabilita ad un prezzo di 35$ l’oncia. In pratica avere un dollaro in tasca era come possedere una piccola quantità d’oro, poco meno di un grammo.
In realtà l’accordo era valido solo tra le banche centrali e non tra privati, ma il paragone è utile per dare un riferimento sull’ammontare totale dell’oro sul quale si reggeva questo sistema. Inoltre la convertibilità impediva agli Stati Uniti e ad ogni paese di creare moneta a proprio piacimento. Per farlo infatti dovevano possedere oro in proporzione alla nuova moneta emessa.
Il sistema entrò in crisi nel 1970 a seguito della grande spesa pubblica adoperata dal governo USA, causata dalla guerra del Vietnam e dal programma di welfare chiamato “Grande Società”. Il governo USA emise una grande quantità di moneta che, unita al crescente indebitamento della nazione, fecero aumentare le richieste di conversione di dollari in oro.
Le riserve in oro del Tesoro si stavano svuotando a ritmi vertiginosi, e ad agosto 1971 il presidente degli Stati Uniti annunciò lo stop alla convertibilità in oro, mettendo di fatto fine al vecchio sistema. Ma anche dopo quella data, la caratteristica del Dollaro come moneta rifugio nei mercati internazionali non è cambiata: nei momenti d’incertezza infatti gli investitori acquistano Dollari, e il valore del Dollaro sale.
Quali recenti notizie hanno cambiato le carte in tavola?
In realtà anche qui la storia parte da lontano. I primi accordi tra Russia e Cina per bypassare il Dollaro nei loro scambi commerciali risalgono addirittura al 2014.
Ma è solo dal 2022 che si è verificato il vero cambio di passo: dall’inizio del conflitto in Ucraina infatti la Russia ha ridotto sensibilmente gli scambi in Dollari, mentre la quantità di scambi tra Rubli e Yuan è esplosa.
Il tema è tornato poi di attualità a fine marzo, quando in occasione della visita del presidente cinese Xi Jinping a Mosca, Vladimir Putin avrebbe deciso di utilizzare lo Yuan come riserva di valuta primaria per la Russia al posto del Dollaro, secondo il Wall Street Journal.
Nel 2022 comunque la quantità di scambi commerciali effettuati in Euro e Dollari è diminuita sensibilmente per la Russia, a favore dell’utilizzo del Rublo e dello Yuan secondo dati pubblicati dalla stessa Banca Centrale Russa.
Ma non finisce qui. La scorsa settimana infatti ha fatto scalpore la notizia del primo acquisto di Gas Naturale nella storia da parte della Francia avvenuto in Yuan. Si tratta di un carico da 65.000 tonnellate di Gas Naturale Liquefatto, quello che viene importato tramite navi, che la Francia avrebbe acquistato dagli Emirati Arabi Uniti passando attraverso lo Shanghai Petroleum and Natural Gas Exchange.
La scorsa settimana inoltre l’Arabia Saudita ha annunciato un accordo commerciale siglato con la Cina per costruire una raffineria di petrolio dal costo di 83,7 miliardi di Yuan, l'equivalente di circa 12 miliardi di dollari.
La settimana prima proprio l’Arabia Saudita aveva annunciato che stava valutando di usare lo yuan cinese per i suoi commerci di petrolio, dopo che i rapporti con gli Stati Uniti si sono deteriorati con la presidenza Biden. Attualmente l’Arabia Saudita esporta circa 6 milioni di barili di petrolio al giorno.
Pochi giorni dopo è toccato anche al Brasile, che ha annunciato di aver trovato un accordo con la Cina per scambiare beni nelle loro rispettive monete, bypassando quindi il Dollaro.
La Cina inoltre domina da diversi anni il mercato africano. In Africa infatti la Cina ha intrapreso una politica di pesanti investimenti in infrastrutture da anni ormai, e sicuramente gode di un buon potere d’influenza nel continente.
Non a caso proprio il presidente del Kenya William Ruto ha recentemente consigliato alla popolazione di disfarsi dei dollari in loro possesso, perché secondo la sua opinione il mercato valutario avrebbe subito un forte terremoto nel giro di qualche settimana.
Molti analisti si sono detti critici sulla de-dollarizzazione, sostenendo come da anni queste notizie appaiono ciclicamente sui media. Nonostante questi allarmismi, il Dollaro non ha perso ancora la sua egemonia.
Ma secondo le stime del Fondo Monetario Internazionale questo trend esiste e come, con il Dollaro che è passato da ricoprire il 72% delle riserve mondiali di valuta nel 1999 al 59% nel 2022, con la categoria “altre valute”, in cui è compreso lo Yuan, passata dal 6 al 10%.
Il Dollaro verrà soppiantato dallo Yuan?
Il trend è innegabile secondo queste fonti ufficiali, ma è comunque molto lento. Inoltre in un certo senso la perdita di forza del Dollaro è naturale vista la crescita della forza della Cina come potenza mondiale.
Ma se mai il Dollaro verrà sostituito, di sicuro questo non avverrà domani. Questi processi impiegano anni per produrre degli effetti tangibili, e lo scarto che deve recuperare lo Yuan è sicuramente importante. Quindi oltre a della volatilità, queste news non potranno comunque affossare il Dollaro, almeno nel breve termine.