La banca centrale norvegese ha deciso la settimana scorsa di alzare nuovamente i tassi di interesse di 25 punti base portandoli al 3% ma soprattutto alimentando le attese per nuovi aumenti nel corso dei prossimi mesi. Il picco previsto dalla Norges Bank diventa infatti il 3,6% (dal precedente 3,1%) e questo non poteva che riverberarsi sulla corona norvegese che ha recuperato un po' di terreno. Questo prelude a due nuovi aumenti nei meeting di maggio e giugno.
Il problema principale della Norvegia si chiama costo del lavoro e valuta. I sindacati locali hanno già dichiarato che la perdita di potere d’acquisto dovrà essere compensata con aumenti di stipendio, probabilmente nell’ordine del 5%. La disoccupazione ai minimi storici favorisce i sindacati che non troveranno grande opposizione dalle aziende costringendo la Norges Bank ad anticipare i tempi nel tentativo di per frenare prezzi al consumo ancora lontani dal target.
Un problema simile a quello già visto in Svezia dove rimane necessario mantenere un approccio pragmatico sui tassi frenando il rafforzamento della corona svedese dopo il rialzo recente dell’inflazione al 12%.
USD/NOK: possibile una strategia short
Il tracollo nel prezzo del petrolio, sceso sotto i 70 dollari al barile, e del gas sui mercati europei ha messo la corona nella lista dei peggiori degli ultimi tempi arrivando ad un tasso di variazione annuale rispetto all’euro inferiore a -15%. Un dato che storicamente ha intercettato o comunque anticipato dei massimi primari su EUR/NOK ma che rappresenta anche un problema visto che è fonte di inflazione importata rendendo meno efficace la politica monetaria di stretta sui tassi.
Ma è soprattutto su USD/NOK che comincia ad intravedere una concreta possibilità di inversione di tendenza. La probabile divergenza nelle politiche monetarie dei due Paesi nei prossimi mesi dopo le dichiarazioni di Powell a margine dell’ultimo FOMC rappresenta un catalizzatore non indifferente per chi vuole giocare sulle aspettative di chiusura del differenziale tassi.
Quello che si vede a livello grafico su USD/NOK è un potenziale doppio massimo in area 10,9. L’incapacità di superare il massimo del 2022 in aperta divergenza con i principali oscillatori rende la strategia short interessante. Un ritorno sotto quota 10 sembra quasi scontato a questo punto, ma l’obiettivo si farebbe più ambizioso con il break ribassista di 9,7 che aprirebbe potenzialità bullish per la NOK estremamente interessanti, idealmente fino a quota 9, il massimo del 2016 che ha retto come resistenza fino all’esplosione della pandemia.