Succede di tutto sul mercato valutario dopo la riunione della FED. L’ammissione di Powell che sui tassi di interesse siamo arrivati a fine corsa è stata interpretata dal mercato come una dichiarazione di resa verso l’inflazione. Sono così diventati oltre 100 i punti base di taglio nel costo del denaro sui quali stanno scommettendo gli investitori che si sono precipitati a comprare tasso fisso a breve come a lunga scadenza americano.
Il sospetto che la recessione economica sia dietro l’angolo, ma che anche il sistema bancario nasconda altre polpette avvelenate in America come in Europa (vedi Deutsche Bank) ha generato una preoccupazione che premia i tipici asset difensivi. Bond, oro e anche bitcoin.
Ma c’è un’altra valuta che zitta zitta sta accumulando un potenziale rialzista molto interessante. Sto parlando dello yen giapponese, anch’esso uno strumento di hedging da sempre contro i rischi.
EUR/JPY: testa spalla ribassista con obiettivo 132?
Approfittando della sfiducia che torna a serpeggiare verso il sistema bancario europeo e della compressione dei rendimenti a lunga scadenza, la Bank of Japan potrebbe aver già risolto in un colpo solo il problema di dover gestire il rialzo dei tassi per contrastare l’inflazione. Lo stesso innalzamento del cap sui rendimenti a 10 anni giapponesi paventato solo qualche settimana fa, è stato spazzato via da un dimezzamento dei tassi da 0,5% a 0,2% in pochi giorni.
E se la recessione economica con conseguente taglio dei tassi si avvicina, il tasso zero nipponico torna interessante. E ancora di più lo è il grafico di EUR/JPY.
Gli analisti tecnici avranno già individuato quella figura di testa e spalla ribassista che potenzialmente si sta formando da almeno un anno. Un primo massimo la primavera scorsa, un secondo massimo più alto a fine estate 2022 ed ora, a inizio 2023, una spalla destra poche settimane fa a ridosso di 145.
Il potenziale ribassista, in caso di affondo sotto la neck line di 140, sarebbe importante. Si parla di un obiettivo di area 132/133 che non a caso andrebbe a colpire la up trend line che sale dal 2020 unendo i minimi pandemia e di marzo 2022.
Naturalmente siamo ancora nel campo delle ipotesi e servirà la conferma dei prezzi per avallare questo scenario. Certamente se il rallentamento economico dovesse farsi più corposo ed evidente lo yen sarebbe il primo a segnalarcelo con il break dei supporti di 140.
Chi sposa invece la teoria di un trend non destinato a chiudersi qui può azzardare un trade di segno contrario, ovvero un long EUR/JPY preventivando uno stop loss senza indugi sotto al doppio minimo 2022 di 138.