La Federal Reserve ha deciso in anticipo rispetto al previsto di alterare tutti gli equilibri che aveva trovato il mercato sull’evoluzione del piano di riacquisto titoli e soprattutto di rialzo dei tassi di interesse. Evidente che la spaccatura dentro il FOMC è presente, con almeno la metà dei membri ormai orientati verso il tapering già nel 2021 e il rialzo dei tassi nel 2022.
La stima di due aumenti nel corso del 2023 è la sintesi raggiunta da un mercato che ci crede fino a un certo punto. Ne sono la dimostrazione il ribasso dei mercati azionari, l’appiattimento della curva dei rendimenti, i titoli a 2 anni emessi dal tesoro americano sopra lo 0,25% di rendimento ed infine il vigoroso rafforzamento del dollaro.
Politiche monetarie: monitorare agosto per la Fed
A questo punto gli analisti guardano ad agosto e nello specifico a Jackson Hole, quando Jerome Powell potrebbe ufficializzare il via ad una exit strategy le cui vittime designate possono essere quelle che finora hanno goduto dei favori del mercato: materie prime e criptovalute sembrano essere i primi candidati.
Naturalmente lato valutario un rafforzamento del dollaro avrebbe implicazioni negative anche per le valute emergenti, mentre lo yen potrebbe ritornare prepotentemente in auge. Per quest’ultimo ho già espresso la mia preferenza mentre sul cambio di tendenza del biglietto verde ammetto di aver ancora qualche riserva.
Quella vista è stata la prima reazione umorale di un mercato che era pronto da tempo ad accogliere il cambio di strategia da parte di Washington. Ma diversi fattori remerebbero in senso contrario. L’imponente misura dei deficit gemelli ne sono un esempio. Per rifinanziare questi numeri servono o rendimenti più alti o una valuta più debole soprattutto in un momento nel quale anche il mondo emergente si sta muovendo con l’innalzamento del costo del denaro che rende più appetibili gli asset locali in termini valutari.
EUR/USD: analisi tecnica e livelli da monitorare
Vado perciò sul grafico di EUR/USD che naturalmente è influenzato anche dalle mosse future della BCE. Per ora il tapering appare lontano dal Vecchio Continente con l'Eurotower che ha recentemente annunciato un’accelerazione negli acquisti. Ma i mal di pancia a Francoforte aumentano e soprattutto la Germania che va alle urne spinge per l’inversione di una tendenza che sta rendendo i risparmi dei tedeschi sempre più erosi dall’inflazione in assenza di remunerazione reale.
La settimana scorsa il cambio ha forzato dapprima la media mobile a 50 giorni che fino a quel momento supportava il trend e poi la media mobile a 200 giorni. Il sostegno offerto da area 1,19 fa pensare ad un euro ancora vivo e che potrebbe tentare di mettere una pezza ad una situazione tecnica deteriorata. L’ipervenduto c’è tutto, ma mancano le divergenze e questo fa pensare ad un minimo su EUR/USD ancora non raggiunto.
Il modello di doppio massimo potrebbe spingere i venditori a provare un allungo fin sotto 1,17 dove troviamo il minimo di aprile. Quello secondo me è il punto in cui il mercato si sarà convinto dell’inversione di tendenza e che invece in ottica contrarian potrebbe cogliere un minimo destinato a durare mesi. Naturalmente lo scenario bullish torna prepotente sopra la media mobile a 50 giorni rivelando la natura di trappola per orsi dell'attuale movimento.