La Nuova Zelanda ha deciso di alzare ancora i tassi di interesse nel tentativo di arginare un’inflazione che non accenna a rientrare. Una mossa che non sembra aver accontentato il mercato che ha venduto a mani basse dollari neozelandesi.
Una RBNZ dovish, nonostante il ritocco di 25 base in più (ora i tassi sono a 0,75%), ha zavorrato il dollaro neozelandese probabilmente perché diversi analisti si aspettano un aumento da 50 punti base. Il prossimo meeting di politica monetaria è previsto infatti per febbraio e chiaramente il mercato ritiene troppo ampio il divario temporale di tre mesi per rimediare ad eventuali ulteriori fiammate inflazionistiche. Il mercato a oggi prezza tassi a 1,75% a luglio 2022, 25 punti base in meno rispetto al 2% prima della riunione.
Dollaro neozelandese: RBNZ agisce con prudenza
L'atteggiamento meno aggressivo da parte della Banca centrale neozelandese ha impattato naturalmente su una valuta già in parabola discendente da qualche settimana e che soprattutto conferma ufficialmente una trappola su NZD/USD.
A livello di dati macro la disoccupazione neozelandese nel terzo trimestre è scesa dal 4% al 3,4%. Nello stesso periodo, l'inflazione si è impennata vicino al 5% con le attese a 2 anni che si raffreddano al 3%, la parete superiore del range target della RBNZ.
Forse proprio aspettative ancora contenute (ma comunque nettamente superiori ai tassi decennali) hanno imposto una maggior prudenza all'istituto centrale. Le previsioni di questo trimestre indicano in 5,7% la variazione attesa dei prezzi al consumo con una convergenza verso il 2% nei prossimi due anni. Il Governatore Orr ha confermato come le aspettative di inflazione rimangono ben ancorate e che il tapering verrà calibrato in maniera flessibile. Il piano finale è quello di arrivare al 2,5% in lenti ma inesorabili passi.
NZD/USD: analisi tecnica e strategie operative
A livello grafico NZD/USD va a chiudere il mese come l’ha cominciato, ovvero in ribasso. Sono quattro le settimane consecutive di calo del cambio, passato da 0,72 di inizio novembre a 0,68 rientrando dentro quel canale discendente che da febbraio 2021 guida il downtrend.
Una trappola per orsi che trova in zona 0,68 un minimo primario di supporto importante e rappresentativo dei minimi di agosto. Ormai ci siamo, ma quello che preoccupa l’analista tecnico è la sequenza in termini di onde di Elliott. Tre onde la prima gamba correttiva, altrettante la seconda. A questo punto è lecito attendersi un nuovo impulso verso il basso come quello che in effetti stiamo vedendo.
Anche per EUR/NZD è tornata la lettera nonostante un nuovo minimo in area 1,60 pochi giorni fa grazie alla dirompente forza del dollaro americano. Un rimbalzo può essere messo in preventivo con la media mobile a 200 giorni transitante a 1,67 a rappresentare la prima resistenza di spessore da tenere in considerazione. Per entrare sul neozelandese serve ancora tempo.