Negli ultimi anni lo Yuan è diventato molto più accessibile agli investitori italiani con emissioni di bond sovranazionali, ma soprattutto con ETF quotati (quello di iShares ha oltre 4 miliardi di Asset Under Management ad esempio) in grado di offrire diversificazione e tagli minimi di investimento al pubblico retail.
Il recente rafforzamento della moneta cinese ha ripagato adeguatamente chi ha scelto di cavalcare questo nuovo trend in un mondo obbligazionario avaro di soddisfazioni. La forza della divisa di Pechino è stata agevolata di recente anche da dati di inflazione (o meglio sarebbe dire di deflazione) che di fatto rischiano di vanificare la politica della Banca centrale del colosso asiatico.
Da mesi la PBOC mostra un atteggiamento ultra-espansivo ma che, con un -0,3% di tasso di inflazione annuale, ha visto a sorpresa balzare verso l’alto i tassi reali ed ovviamente l'attrattività della valuta locale. Per la prima volta dal 2010 l'indice dei prezzi al consumo è sceso sotto lo zero mentre i prezzi alla produzione si mantengono tiepidi (+0,3%) seppur con il primo rialzo da un anno a questa parte alla vigila di un Capodanno cinese che sospenderà numerose attività finanziarie in Cina.
Con l’economia in ripresa l'istituto centrale ha espresso la volontà di cominciare presto la normalizzazione della politica monetaria per il tramite di un taper tantrum finalizzato ad allineare i tassi di crescita del credito e della massa monetaria M2 alla crescita del Prodotto Interno Lordo.
USD/CNY: analisi tecnica e strategie operative
Da inizio anno USD/CNY sta lateralizzando tra 6,4 e 6,5, confinato dalla media mobile a 50 giorni che prevedibilmente dovrebbe rappresentare il primo livello di resistenza da superare per invertire una tendenza bearish che da maggio 2020 sta accompagnando il cambio. Già un mese fa avevamo segnalato in questo articolo la delicatezza della soglia tecnica raggiunta.
Ma anche per l’investitore europeo forse è arrivato il momento di passare alla cassa circa l’esposizione sulla valuta cinese. Il grafico settimanale di EUR/CNY ci fa notare come il cross abbia realizzato un minimo a febbraio più basso di quello di novembre. Se andassimo su un grafico daily noteremmo anche una divergenza con gli oscillatori.
La trendline ascendente è stata colpita proprio questa settimana ed è quindi normale come le vendite sulla moneta cinese qui sono state più intense. Qualora le quotazioni di EUR/USD dovessero mostrare, come continuo a pensare, un nuovo spostamento verso 1,25 allora una risalita dovrebbe essere nelle corde anche per EUR/CNY.
Ecco quindi che l’incrocio di eventi tecnici come quelli visti di recente combinato ad un tendenziale indebolimento del dollaro americano dovrebbe favorire un periodo di ripresa del cross tra la moneta unica e quella di Pechino. L’inflazione in ripresa in Cina dovrebbe ridurre i tassi reali e quindi l’appetibilità dei bond cinesi, tuttora ancora molto interessanti in termini di spread superiore ai 200 punti base verso i Treasury USA.