La Banca centrale norvegese offre ai mercati una sponda per incrementare le posizioni lunghe in corone ed avvicinare il cross EUR/NOK sempre più a quella soglia tecnica di 10 dove si dovrà decidere se smontare o mantenere le strategie long in essere.
Il rally del petrolio ormai tornato a ridosso dei 50 dollari al barile ha fatto un ottimo lavoro, ma avvicinare la previsione di rialzo dei tassi dalla fine del 2022 alla metà dell’anno ha fatto scattare gli acquisti per mercati assetati di rendimento. Tassi naturalmente invariati a zero, ma la prospettiva della vaccinazione di massa accorcia il periodo in cui l’economia potrebbe rimanere contingentata dal Covid-19.
Nel 2020 la Norges Bank ha abbassato i tassi tre volte per un totale di 150 punti base, scelta che ha azzerato il costo del denaro. Nulla di clamoroso nelle previsioni ma comunque un avvio di rialzo che nel 2023 dovrebbe portare i tassi allo 0,8%.
La Norvegia ha però saputo resistere in questi difficili mesi alla tentazione dei tassi negativi che Europa, Svizzera e Svezia hanno abbracciato. Quantificando i costi come maggiori dei benefici, il Paese scandinavo ha semplicemente adottato una politica di QE abbinata ai tassi zero.
Le previsioni sul PIL di quest’anno sono per una contrazione del 3,5% che ribalta il +2,4% di fine 2019. Una recessione che dovrebbe essere a sua volta compensata da un rialzo del Prodotto Interno Lordo del 3,7% nel 2021.
Petrolio e corona debole, oltre naturalmente ai tassi bassi, hanno aiutato a smorzare la crisi con l’inflazione che è precipitata allo 0,7% ma che anche in questo caso ha evitato di sfociare in deflazione. Le previsioni di una variazione nei prezzi al consumo superiori al 2% nel 2021 e nel 2022 rafforzano l’idea di tassi in rialzo nel medio periodo.
EUR/NOK: l'analisi tecnica e le strategie operative
Torniamo ora al grafico di EUR/NOK. Tra il 2019 e l’inizio del 2020 il cross ha tentato per due volte di sfondare area 10,10 sui ribassi già in essere sul petrolio. Poi a marzo l’esplosione del Covid in Europa ha generato l'innesco che costrinse la Banca centrale norvegese ad intervenire sul mercato delle valute acquistando Corone.
Fatto raro nella storia della Norvegia, ma che si rivelò efficace fermando a 13 la discesa della moneta contro l'Euro. Da allora è cominciata una fase ribassista che già in estate si era sulla resistenza ora supporto.
A quel punto è cominciato un trading range tutt'ora in essere che sembra ingabbiare le velleità del NOK proprio attorno a 10. Diciamo che allo stato attuale quindi quella è zona di vendita almeno parziale dell’investimento. Chiaro che uno sfondamento verso il basso aprirebbe scenari decisamente positivi per la divisa norvegese, che credo richieda però un rialzo ulteriore da parte del petrolio.