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Sette sedute consecutive di ribasso per la Sterlina, con un motivo tutto politico visto che Boris Johnson ha deciso di riprendere in mano il palcoscenico;
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Con una proposta di legge che mira a ridiscutere il precedente accordo con la UE, le trattative tornano in stallo e il No Deal è sempre più probabile a questo punto;
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GBP/USD ancora una volta ha trovato in area 1,34 una seria resistenza ed il veloce ribasso sta invertendo il trend rialzista degli ultimi mesi
Con sette sedute consecutive di ribasso Boris Johnson ha compiuto un vero capolavoro sulla Sterlina. Ovviamente la mia è pura ironia perché il Primo Ministro inglese, dopo una gestione disastrosa della pandemia, adesso sta cercando di uscire dal pantano con una decisione alquanto pericolosa per il suo popolo. A preoccupare i mercati è ora il rischio che la deriva Brexit, oltre a trascinare la Gran Bretagna in una diatriba legale, possa innescare ritorsioni commerciali pesanti da parte della UE.
Sterlina: i motivi del ribasso
Ma facciamo un passo indietro e cerchiamo cosa ha scatenato la reazione negativa della Sterlina. Boris Johnson ha forzato la mano delle trattative tra i negoziatori presentando al Parlamento un testo di legge il cui fine dovrebbe essere quello di rimettere in discussione l’accordo sulla Brexit raggiunto alla fine dell’anno scorso.
Un deal che in origine permetteva all’Irlanda del Nord di rimanere nel mercato unico per evitare il ritorno a un confine rigido con la Repubblica d’Irlanda. Johnson però sta perdendo peso anche all’interno del suo partito e ha voluto rilanciare le trattative vedendo questa mossa come una perdita di sovranità.
Gli stessi irlandesi del Nord hanno espresso dubbi sulla scelta del Primo Ministro britannico, preoccupati proprio da ciò che la stessa UE ora minaccia: avviare un’azione legale di fronte alla Corte Europea per violazione di trattati internazionali. I mercati temono quindi una guerra a suon di carte bollate e tribunali, ma non solo.
Se entro fine anno sarà No Deal dazi e barriere doganali potrebbero imperversare rendendo alquanto amaro il boccone per diversi esportatori italiani. Questa prospettiva ha ovviamente schiantato la Sterlina e qui torniamo alle sette sedute consecutive di calo.
GBP/USD: l'analisi tecnica
Questa sequenza non è arrivata a caso. GBP/USD ha cercato per l’ennesima volta di forzare area 1,34, soglia di resistenza tecnica che negli ultimi 2 anni ha permesso al Dollaro di contenere le velleità della Sterlina. Il Cable a questo punto rischia grosso. Se il mese si chiudesse oggi avremmo di fronte a noi un bearish engulfing mensile, il peggio che può capitare ad un cambio dopo aver testato dei massimi.
Il mese non è finito e ci sarebbero tempi e modi per assistere ad una reazione contro una divisa già debole come il Dollaro USA. Il problema è che la chiusura di giovedì ha perforato la trendline rialzista che sale dal mese di marzo. A preoccupare anche la sequenza precedente al calo, tre ondate e non cinque come nel caso di impulsi bullish. A questo punto per scommettere contro la Sterlina la cosa migliore è attendere l’esecuzione di due scenari.
Si potrebbe quindi attendere un rimbalzo verso 1,33/1,34 e tentare l’apertura di uno short puntando sul doppio massimo. Oppure entrare sulla rottura ribassista di 1,26, un livello decisamente più basso di quello attuale ma in grado di assicurare l’assenza di falsi segnali. Occhio Boris perché la posta in gioco è alta.