La Banca centrale australiana ha gelato le aspettative di chi nelle scorse settimane aveva comprato la divisa del Paese per scommettere su una politica monetaria più aggressiva nel breve periodo. L’unico contentino dato in pasto ai mercati dalla Reserve Bank of Australia è stato l’abbandono della politica di controllo della parte lunga della curva dei rendimenti.
Dollaro australiano: la RBA abbandona il controllo della curva dei tassi
Lo Yield Curve Control va quindi in soffitta, abbattuto da un mercato che non ne ha proprio voluto sapere spingendo i tassi decennali vicini al 2%. Quello che la RBA ancora non vuole concedere agli investitori è la percezione che nel 2022 i tassi di interesse saliranno.
Solo una timida apertura da parte della RBA per tassi più alti di 0,1% nel 2023 con acquisti settimanali di 4 miliardi di titoli in AUD almeno fino a febbraio 2022. Ribadito dalla Banca centrale che un’inflazione entro il range del 2-3% non è motivo per rimuovere la politica di stimoli. Le previsioni della RBA indicano in 2,5% il tasso medio di inflazione da oggi alla fine del 2023 con un graduale processo di aumento nei salari.
Sui commenti più dovish del previsto i tassi a 2 anni australiani sono scesi sotto quota 0,7%, con il dollaro che ha perso per strada oltre l’1%. Mercato che comunque non sembra essere troppo convinto delle dichiarazioni del Governatore Lowe. I tassi swap infatti prezzano 75 punti base di rialzo nei tassi ufficiali entro 12 mesi.
AUD/USD: analisi tecnica e livelli di trading
AUD/USD è andato a colpire in pieno la resistenza posizionata poco sopra 0,76 scendendo poi marginalmente sotto la media mobile a 200 giorni. La battaglia è in corso ma è ovvio che se l’Aussie è riuscito a produrre un rialzo di appena quattro figure da agosto a oggi in un contesto di vero e proprio rally delle commodity appare piuttosto complesso sostenere la tesi di una valuta in salute.
Lo sappiamo, per rivedere un cambio che supera 0,76 serve un differenziale tassi in allargamento. Sulle scadenze decennali questo fenomeno lo abbiamo visto, ma la cosa da monitorare in questi casi è il tratto più breve della curva. Come sempre saranno i dati macro a fare la differenza e numeri di inflazione/occupazione che puntano con risolutezza verso l’alto sarebbero utili per rivedere un rilancio del cambio.
Per ora prendiamo atto che l’eccesso di sentiment negativo ha creato la condizione giusta per un rimbalzo e nulla più. Stare short con stop and reverse sopra 0,76 mi sembra la strategia di trading più indicata.