La scorsa settimana è stata caratterizzata da pochi eventi di rilievo. Un particolare focus è stato posto sul mercato del lavoro statunitense. A marzo, il mercato del lavoro USA ha iniziato a rallentare. I Non-Farm Payrolls si sono attestati a 236mila unità, oltre le attese degli analisti censiti da Bloomberg a 235mila unità e sotto le precedenti 326mila unità (rivisto da 311mila). Il tasso di disoccupazione si è invece attestato al 3,5%, mentre il salario orario medio al 4,2%.
Queste rilevazioni si sono confrontate con le attese al 3,6% e al 4,3%. Oltre a questo, gli investitori si sono concentrati anche sulla decisione a sorpresa dell’OPEC+, che ha deciso di tagliare la produzione di 1 milione di barili al giorno a partire da maggio. La scelta va ad unirsi a quella di ottobre 2022, che ha ridotto l’output di 2 milioni di barili al giorno.
Sul fronte delle Banche centrali invece, è da segnalare la decisione della Reserve Bank of Australia di non aumentare i tassi, senza tuttavia escluderne altri in futuro. La scelta deriva dal fatto di osservare gli effetti sull’economia dei precedenti incrementi. In netta controtendenza la Reserve Bank of New Zealand, che ha alzato il costo del denaro di 50 punti base, il doppio rispetto al consensus.
Le attenzioni principali della settimana saranno sull'inflazione USA
Per le Borse europee è iniziata un’altra settimana corta vista la chiusura dello scorso 10 aprile. Un focus particolare sarà rivolto ai verbali dell’ultima riunione del FOMC, previsti per il prossimo 12 aprile. Le minutes saranno utili per avere un quadro più chiare dell’ultima riunione della Fed, dove la Banca centrale statunitense ha alzato i tassi di 25 punti base a dispetto delle tensioni sul comparto bancario. Sul fronte dei dati macroeconomici, sarà da osservare l’inflazione di marzo degli Stati Uniti, prevista in calo dal 6% al 5,2%.
La rilevazione core è tuttavia stimata in aumento dal 5,5% al 5,6%. Per maggio, le stime del CME FedWatch Tool sono per tassi invariati all’intervallo 4,75%-5% con un 58,5% di probabilità. Interessante evidenziare come a dispetto di quanto affermino numerosi esponenti dell’istituto le attese indicano che il picco del costo del denaro è stato raggiunto. In Europa, sarà da osservare l’indice dei prezzi al consumo tedesco di marzo (finale), che dovrebbe risultare stabile rispetto al 7,4% della misurazione preliminare.
Per quanto riguarda gli esponenti delle Banche centrali, per la BCE attualmente sono calendarizzati gli interventi di De Cos (10 aprile), de Guindos, Villeroy (12 aprile) e Nagel (13 e 14 aprile). Per la Fed sono invece previsti gli interventi Williams (10 aprile), Goolsbee (11 aprile), Harker, Kashkari e Barkin (12 aprile). Sul tema petrolio, è da segnalare che il 13 aprile è prevista la pubblicazione del report mensile dell’OPEC.
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