Da inizio anno S&P 500 e Nasdaq hanno fatto rispettivamente segnare un +8 ed un +26 per cento. In forte spolvero, quest'ultimo ha addirittura raggiunto i massimi di agosto 2022. Vediamo insieme se questo trend che dura ormai da 5 mesi continuerà o sarà soltanto uno dei tanti "bear market rally".
Analisi Fondamentale - Indici USA
Come detto in precedenza, il Nasdaq da inizio anno è ad un +26% ed addirittura ad un +30% circa dai minimi di ottobre. L'indice tech ha mostrato nettamente ciò che è capace di fare e ciò per cui è stato preso in forte considerazione dagli investitori negli ultimi 2 anni.
Gli aumenti dell'ultimo mese sono da imputare soprattutto alle trimestrali del comparto tech. Le aziende sono andate ben al di sopra delle aspettative soprattutto per quanto riguarda Microsoft, Apple ed Amazon (che sono i 3 colossi che muovono circa il 35% delle quotazioni dell'indice in questione), per cui gli investitori sono tornati a dar forte fiducia a questo settore.
L'altro lato della medaglia da tenere in considerazione però, è che fatta eccezione dei 3 colossi sopra citati, la situazione non è così rosea come ci si aspettava (ed infatti questa differenza è visibile con le performance del S&P 500, nel quale la dominance è molto più diluita), soprattutto se la mettiamo in confronto a quella dello stesso periodo di 1 anno fa: le entrate medie delle aziende del Nasdaq nel Q1 2023 sono in calo dello 0,13% rispetto ad un anno prima.
Questi dati sono ovviamente da prendere in considerazione e da tenere sempre monitorati quando si cerca operatività su questo tipo di strumenti.
Se prendiamo in considerazione il paniere dell'S&P 500, le cose non sono tanto differenti con le big cap che continuano a muovere da sole i mercati. Qui di seguito vi riportiamo un esempio in merito alla creascita degli Earnings:
A sinistra la differenza tra Q1 2022 e Q1 2023 (in blu il totale di tutte le aziende dell'indice, in verde il dato escludendo solo Amazon), a destra la crescita riferita all'anno in corso.
È molto semplice comprendere due cose:
- la crescita c'è ma è comunque misera rispetto alle cifre alle quali eravamo stati abituati negli ultimi due anni;
- la crescita non è poi così alta (anzi in alcuni casi parliamo di decrescita) se dal paniere ci togliamo anche solo una delle big 3 delle quali abbiamo parlato prima.
Per cui queste grandi aziende sono l'unico vero motivo per il quale i prezzi degli indici USA continuano a battere nuovi massimi annuali. Finchè queste aziende tengono botta (anche grazie ai buyback faraonici di cui dispongono, vedi i 90miliardi di Apple stanziati proprio per questa pratica), anche i mercati azionari ne trarranno beneficio.
Capite bene quindi che il vero problema si sposta su un pericolo di una possibile caduta (o minima incertezza) di anche soltanto una delle 3-4 aziende che fino ad ora stanno sostenendo i prezzi e che, con la crisi di liquidità ancora in corso, non è così improbabile che possa avvenire.
Analisi Tecnica - S&P 500
Evitiamo di trattare il Nasdaq, che ha già raggiunto delle strutture di prezzo fondamentali (massimi di agosto), e ci concentriamo sull'altro indice USA di riferimento: lo S&P 500.
Sosteniamo che anche US 500 possa raggiungere le stesse strutture grafiche toccate dal Nasdaq, per cui costruiamo una posizione molto speculativa in ottica Long proprio con target finale i massimi di agosto a 4.300$.
Il range tra 4.180$ e 4.050$, con la rottura di ieri, ha rappresentato una forte area di accumulazione per il prezzo, dalla quale verrà sicuramente sostenuto nelle prossime sedute.
Livelli Operativi - US 500
- Entrata 1 (aggressiva): dai livelli attuali a 4.200$;
- Entrata 2 (conservativa): al ritracciamento su timeframe 4H tra 4.170$/4.150$;
- Stop Loss: 4.098$;
- Target: 4.300$/4.320$.