Nuova incursione di Bitcoin verso i suoi massimi storici raggiunti il 13 marzo a 61.742 dollari. La principale criptovaluta per capitalizzazione è salita nel fine settimana fino a raggiungere la quotazione di 61.229 dollari, il livello più alto da un mese a questa parte.
Gli investitori cominciano anche a sentire la febbre dell'attesissima quotazione di Coinbase, che debutterà al NASDAQ mercoledì 14 aprile. La fibrillazione sta contagiando sempre di più gli istituzionali, che a ruota seguono l'entusiasmo dei piccoli investitori, i quali ormai vedono nel corso delle criptovalute un processo inarrestabile.
Dopo Tesla, che ha investito 1,5 miliardi in Bitcoin, si sono fatti avanti pezzi grossi come Goldman Sachs, che progetta di offrire veicoli d'investimento per le criptovalute ai propri clienti, o Morgan Stanley che costruirà 3 fondi legati alla blockchain per la clientela più facoltosa. Mentre i circuiti di pagamento come PayPal e Visa hanno già iniziato a utilizzare le valute digitali nel processo di pagamento.
Bitcoin: pregi e difetti della criptovaluta
Come sempre avviene quando il prezzo del Bitcoin arriva ad un punto di svolta, riemergono gli interrogativi che fanno della moneta virtuale croce e delizia degli investitori. Ed è inevitabile cercare di ribadire tutte le virtù che la criptocurrency può vantare ma anche le trappole che essa nasconde.
Nel primo caso il paragone con alcuni capisaldi degli investimenti come l'oro e il Dollaro USA è diventato ormai materia scontata. Il metallo giallo e il biglietto verde da secoli rappresentano un punto di riferimento inossidabile soprattutto nei periodi di incertezza e di grande crisi. Entrambi funziono egregiamente anche in frangenti, come quello attuale, dove si teme un risveglio pericoloso dell'inflazione.
La grande capitalizzazione raggiunta dal Bitcoin in questi anni e quindi l'enorme liquidità hanno fatto pensare, a un numero sempre più nutrito di analisti e investitori, che la criptovaluta possa presto prendere il posto dei due porti sicuri per antonomasia.
Proprio da questo però nasce il principale interrogativo, che si lega alla volatilità. Può mai un bene così capitalizzato e liquido essere nel contempo così volatile? Su questo aspetto si stanno concentrando gli studi e le valutazioni degli esperti del settore.
È convinzione ormai diffusa che, nel momento in cui dovessero ridursi le oscillazioni a livelli simili a quelli dell'oro ad esempio, non ci sarebbero più dubbi sul fatto che il Bitcoin sarebbe il punto di riferimento indiscusso per il futuro. Anche perché, come hanno scritto gli strateghi di JP Morgan in un recente rapporto, un ritiro nella volatilità potrebbe solleticare l'interesse istituzionale.
Le resistenze al Bitcoin non si limitano ovviamente a un discorso legato alle instabilità di prezzo. Le Autorità fiscali e monetarie non potranno fare a meno di prendere atto del cambiamento, ma allo stesso tempo non sopportano l'idea che un token digitale si sostituisca alle politiche monetarie e ai regolamenti finanziari.
C'è da dire anche che poi entra in gioco tutta una questione che si rifà al riciclaggio e all'evasione fiscale. La presa di posizione della Cina in tal caso è molto significativa. Oggi Pechino rappresenta il principale estrattore di Bitcoin al Mondo, eppure ha vietato a banche e società finanziarie di effettuare transazioni in criptovalute. Adesso il Dragone si sta attivando per creare lo Yuan digitale, ma sotto lo stretto controllo da parte della Banca Centrale cinese.
Infine, vi è l'aspetto ambientale che viene portato avanti dai contrarian alla blockchain. In questo momento estrarre Bitcoin significa emettere 60 milioni di tonnellate di CO2 e l'effetto si fa ancora di più sentire ogniqualvolta il prezzo della criptomoneta aumenta e il volume degli scambi aumenta. In base alle stime di BofA, ogni miliardo di afflusso in Bitcoin equivale a mettere su strada 1,2 milioni di auto inquinanti.
Bitcoin: il giudizio degli economisti
Nonostante questi bombardamenti che piovono sulla madre delle criptovalute, il mercato continua imperterrito a comprare. Quindi come posizionarsi? Gli economisti sono molto spaccati sulle opinioni. Alcuni come Carmen Reinhart, capo economista della Banca Mondiale, ritengono che Bitcoin sia una tecnologia innovativa con usi molto interessanti, per quanto caratterizzata da un'enorme volatilità dei prezzi.
Altri invece sono molto critici, come l'ex capo economista della BERS, Willem Buiter, il quale asserisce che Bitcoin sia un asset senza valore intrinseco e non offra alcuna copertura per l'inflazione. Di conseguenza è una pura bolla speculativa che presto o tardi è destinata a scoppiare.
L'economista di Harvard, Kenneth Rogoff, pone invece l'accento sulla questione legale. A giudizio dell'esperto, Bitcoin rappresenta una minaccia perché può essere utilizzato anche per attività criminali ed è difficile da monitorare per le forze dell'ordine.