Altro tema fondamentale nel settore delle criptovalute è quello della privacy e dell’anonimato. Un mito da sfatare è quello che il Bitcoin possa garantire trasferimenti di valore totalmente anonimi; non è così. Andando a curiosare su un qualunque blockscan (sito che riporta tutte le transazioni avvenute nella blockchain) possiamo risalire a tutta l’attività che è stata fatta nella vita di un wallet, basta solo cercarlo attraverso la chiave pubblica.
Ciò che manca alla completa trasparenza è il collegamento fra quel determinato wallet e una persona fisica; la verità quindi è che il sistema Bitcoin è un sistema semi-anonimo e non totalmente anonimo. Per completezza è necessario comunque precisare che con particolari conoscenze tecniche e l’utilizzo di determinati “plugin” si potrebbe anche aggirare il problema, ma si sta parlando di cose abbastanza complicate per l’utente medio.
Cryptonote e Zero Knowledge: due protocolli per avere maggior privacy
Per questa ragione, nel tempo sono state create alcune monete che hanno come focus la privacy e la risoluzione della questione.Il cryptonote è la prima soluzione che è stata trovata. Si tratta di un protocollo diverso da quello del bitcoin che incrementa la criptografia attraverso una feature che pur continuando a usare una contabilità pubblica e distribuita rompe la consultabilità della catena dei blocchi.
Ciò significa che l’ammontare di valuta in un determinato wallet è in chiaro, ciò che non si può vedere è l’attività di quello stesso wallet (le transazioni che fa o riceve e verso chi le fa o le riceve) che rimane privata. Le criptovalute che utilizzano questa tecnologia sono varie ma possiamo citare Monero e Dash perché più note e capitalizzate.
Un ulteriore passo avanti in senso anonimato è stato fatto dalla criptovaluta Zcash, basata su un nuovo protocollo chiamato Zero Knowledge che prevede il criptaggio anche dei wallet. In realtà però, quando si parla di criptografia non stiamo mai parlando di un qualcosa di totalmente nuovo. Sono pratiche studiate e conosciute fin dagli anni Ottanta (se non prima) del secolo scorso, nuova è soltanto l’applicazione che hanno trovato nell’ultimo decennio in questo campo.
Ora, il problema che si pone per quanto riguarda le privacy coin è legato agli scopi per cui le stesse potrebbero essere utilizzate. E' chiaro che l’anonimato delle transazioni (e anche dei wallet) spiana la strada al finanziamento di attività illecite, cosa che ovviamente, allo stato attuale, molto difficilmente potrà essere accettata dalle istituzioni.
Fatto molto importante nel momento in cui dovessimo addentrarci in discussioni legate alla diffusione delle criptovalute e alla mass adoption. Si tratta di stabilire una gerarchia nei valori morali ed etici e capire quanto per noi (e per il legislatore) è importante la privacy nella gestione delle proprie risorse monetarie.
Per porre un punto a questo articolo incentrato sul concetto di privacy una postilla finale sulla quale riflettere: come si fa ad acquistare Monero, Dash, Zcash o altro? Sempre attraverso gli Exchange. E cosa ci chiede l’exchange quando andiamo a creare il nostro account? Spesso un KYC (Know Your Customer). Si viene schedati all’entrata in sostanza e molte belle parole sull'importanza della privacy all'interno dei sistemi in criptovalute vanno a farsi benedire. Interessante.