Terminato il secondo mese dell’anno credo sia opportuno fare un punto anche sulle criptovalute. Ovviamente la precedenza deve essere data a Bitcoin ma giusto anche segnalare anche altre crypto che si sono ben distinte a febbraio.
Se per i big Bitcoin ed Ethereum febbraio non è stato un mese travolgente dal punto di vista delle performance con il consolidamento dei numeri positivi del primo mese del 2023, crypto come Neo e Digital Cash per esempio hanno realizzato performance di oltre il 40%, raddoppiando la già eccellente crescita di gennaio.
Bitcoin: fondamentale la tenuta dei 20 mila $
Per quello che riguarda Bitcoin, lo scandalo FTX e tutti i fallimenti a catena che si sono visti negli ultimi tempi sembrano alle spalle. Anche l’Italia sta vivendo il suo “dramma” da exchange in crisi dopo che TheRockTrading, il più celebre exchange italiano, ha bloccato i prelievi e congelato i conti dei clienti senza indicare qual è stata la natura del problema. Colpita ancora duramente la credibilità di questo cripto borse non regolamentate.
Da fine dicembre il valore di BTC è cresciuto da 16 mila a 24 mila dollari andando a colpire i massimi di agosto e fermandosi poco sotto quel gap di prezzo registrato durante il drammatico calo di giugno 2023. Il panic selling è definitivamente alle spalle.
L’obiettivo di questo rialzo, secondo il sottoscritto, dovrebbe essere spostato in zona 29 mila, il minimo del 2021 che ha fatto da intermezzo ai due massimi storici formalizzando così quella figura di inversione che ha fatto precipitare Bitcoin nel 2022. Fondamentale per BTC non perdere quota 20 mila per mantenere in piedi l’uptrend di breve periodo e trasformarlo in qualcosa di più ambizioso.
Ethereum: il breakout dei 1.700 $ rappresenterebbe un’ottima indicazione
Passando alla seconda criptovaluta più importante, Ethereum, notiamo un comportamento non dissimile anche se l’inerzia sembra meno “spinta” rispetto a Bitcoin.
Dopo un minimo a novembre che ha sfiorato quello di giugno 2022, ETH da inizio 2023 è salito da 1.200 a 1.700 dollari bloccando però qui la sua ascesa. Una lateralità che evidenzia la necessità per Ethereum di trovare una scusa buona per andare oltre zone di resistenza che, dal maxi calo del mese di maggio quando ETH crollò da 3.000 a 1.700 Usd in poche sedute, hanno rappresentato un punto tecnico di riferimento importante. Anche in questo caso violare area 1.700 sarebbe un’ottima indicazione di ripartenza per la criptovaluta ideata da Vitalik Buterin.
Se questa lunga opera di accumulazione sta volgendo al termine oppure se siamo ancora in quella che molti definiscono la quiete prima di una nuova tempesta, lo capiremo dalle prossime mosse tecniche di BTC e ETH.
La mia idea è che si può rimanere bullish su entrambe tenendo in debita considerazione che Nasdaq e Bitcoin si stanno muovendo in maniera molto similare. Se la Federal Reserve dovesse deludere i mercati tenendo più a lungo del previsto i tassi elevati, per le criptovalute questo inverno potrebbe durare ancora diversi mesi.
Scendere sotto quota 20 mila di Bitcoin sarebbe il segnale di exit su buona parte del mondo crypto.